Anagrafe di Torino non registra il figlio di due mamme

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L’ufficio anagrafe del Comune di Torino si è rifiutato di registrare un bambino nato da una coppia di donne, concepito con la tecnica della procreazione assistita di tipo eterologo. È successo questa mattina – 17 aprile – negli uffici comunali dove le due mamme si sono presentate per sbrigare le pratiche burocratiche. Il piccolo è figlio della consigliera del Comune di Torino Chiara Foglietta e di Micaela Ghisleni. Il personale dell’anagrafe ha richiesto la dichiarazione che attesta come il bambino sia frutto di un rapporto eterosessuale. “Sono andata via, mi sono rifiutata di dire il falso – ha spiegato Foglietta a caldo -. Oggi a noi viene negato il diritto di inserire dichiarazioni veritiere nell’atto di riconoscimento e a nostro figlio il diritto ad un’identità corrispondente alla realtà”.

Il personale dell’ufficio ha applicato le procedure ministeriali che risalgono al 2002 e che non ammettono forme di concepimento alternative. È stata respinta anche la dichiarazione della clinica danese dove le due mamme hanno effettuato la fecondazione. “L’ufficio anagrafe ignora la riproduzione assistita – ha dichiarato l’avvocato della coppia, Alexander Schuster – anche in contesti di coppie di sesso diverso, o donne senza partner, e obbligano a dichiarare che la nascita deriva da un’unione naturale”.

“Sono favorevole e disponibile a procedere con la registrazione – ha commentato la Sindaca di Torino Chiara Appendino – ma la legge al momento non prevede il riconoscimento dei figli e delle figlie di coppie omogenitoriali. In un contesto di vuoto normativo potrebbe non essere garantito il diritto dei genitori e dei figli”.

Appendino ha aggiunto che Torino è impegnata sul tema dei diritti e che “con il supporto degli uffici e dell’avvocatura abbiamo avviato una serie di azioni volte a una definitiva e generale risoluzione delle problematiche, coinvolgendo enti locali e associazioni”.

Questo episodio evidenzia come di fatto le norme chiedano alle coppie dello stesso sesso di dichiarare il falso in atto pubblico, in un Paese che ha adottato con fatica nella legislatura appena conclusa la legge Cirinnà sulle unioni civili.

DAVID TRANGONI