Con una nota, la Corte di giustizia dell’Unione europea, venerdì 8 maggio, ha riaffermato la sua supremazia rispetto alle corti nazionali degli Stati membri. “Solo la Corte di giustizia – si legge – è competente a constatare che un atto di un’istituzione dell’Unione sia contrario al diritto dell’Unione. Eventuali divergenze tra i giudici degli stati membri in merito alla validità di atti del genere potrebbero compromettere infatti l’unità dell’ordinamento giuridico dell’Unione e pregiudicare la certezza del diritto”.
Il comunicato è la risposta alla sentenza del 5 maggio della Consulta tedesca, che sostanzialmente chiede chiarimenti alla Banca centrale europea in merito alla politica di acquisti di titoli di Stato. I giudici di Karlsruhe si erano espressi sul quantitative easing della Bce ritenendo che il programma di acquisti di titoli della Bce fosse sproporzionato rispetto a quanto previsto dai trattati europei e imponendo alla istituzione monetaria guidata da Cristine Lagarde un termine di tre mesi di tempo per chiarire le ragioni del suo programma di acquisto di titoli.
Dopo le parole della presidente della Commissione Von der Leyen a sostegno della Bce, la risposta della Corte del Lussemburgo alla sentenza dei giudici di Karlsruhe punta a stoppare definitivamente la deriva tedesca.