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Al via l’ottava edizione di Biennale Democrazia

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Giovani, carceri, libertà per le donne iraniane: questi i temi dei primi eventi a Biennale Democrazia. La cultura che si insidia negli spazi più angusti per non lasciare indietro nessuno. Con questo spirito inizia il quindicesimo anno del festival culturale ideato da Gustavo Zagrebelsky e promosso dalla Città di Torino. Per ogni edizione, un tema su cui riflettere e discutere. “Quest’anno ci confrontiamo sui confini della libertà” racconta Massimo Cuono, curatore scientifico di Biennale Democrazia.

Decine di incontri che impegneranno la città da oggi (mercoledì) a domenica 26 marzo. Tutto rigorosamente in presenza: “Una manifestazione sulla democrazia ha senso se ci troviamo e discutiamo. Per questo tutti gli ospiti sono in presenza e c’è spazio per creare dibattiti con il pubblico” dice Cuomo. Gli incontri saranno registrati e caricati su YouTube per chi non potesse partecipare. “La pandemia ci ha insegnato tanto, ma Biennale ha bisogno che le sale della città siano un punto di ritrovo per discutere di grandi temi.

“Una grande festa”

La manifestazione è ormai storica per Torino e non si limita agli eventi con cadenza biennale. “Tra un’edizione e l’altra lavoriamo tanto con le realtà del territorio, come associazioni, scuole e da quest’anno anche il carcere – spiega Cuono –. E dopo due anni di incontri e di fatica, Biennale diventa una festa, dove ci troviamo tutti assieme”. 

Solo alcuni tra i grandi ospiti

Alessandro Barbero, Annalisa Camilli, Francesco Costa, Ezio Mauro, Francesca Mannocchi, Concita De Gregorio, Paolo Giordano, Cecilia Sala sono alcuni degli ospiti prestigiosi di quest’edizione. L’inaugurazione alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani con Il gioco dei destini scambiati, poi l’incontro con Francesca Mannocchi al carcere di Torino Lorusso e Cotugno (a porte chiuse). Mannocchi si potrà ascoltare invece alle 17:30 insieme a Ece Temelkuran, per parlare di Come nasce una dittatura. Alle 18 Libertà per le donne iraniane, un’installazione a cura del Centrodonna in solidarietà alle donne iraniane. Una lunga giornata che si conclude con lo spettacolo di e con Giancarlo De Cataldo Il giorno del giudizio alle Ogr.

Ai confini della libertà

“Sarebbe impossibile immaginare la democrazia senza la libertà” dice Cuono. Non si tratta di una riflessione semplicistica: “La parola libertà è stata abusata e trasformata da tutto, soprattutto dai politici. Noi vogliamo discutere senza pregiudizi di una parola così ricca”. L’evento in carcere allora è un segnale politico? “È importante che questa riflessione parta dai contesti in cui la libertà è negata”.

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