Notte prima degli esami per più di 540 mila studenti italiani. Parte oggi – 16 giugno 2021 – la seconda Maturità al tempo del Covid, con il 96,2% delle ragazze e dei ragazzi ammessi a sostenere il colloquio. Le regole restrittive consentono l’ingresso di un candidato per volta, accompagnato da un testimone: mascherine e distanziamento, cui si aggiunge la possibilità di essere interrogati a distanza in caso di lungodegenze o quarantene. Per il secondo anno consecutivo, non ci saranno prove scritte e l’esame consisterà in un lungo confronto orale di un’ora che sarà suddiviso in quattro parti. Si inizia dalla discussione dell’elaborato, un lavoro assegnato dai professori sulla base del percorso svolto e delle materie caratterizzanti l’indirizzo di studi, che potranno essere integrate anche con apporti di altre discipline. Ci saranno, ad esempio, lingua e cultura latina e lingua e cultura greca per il liceo classico, matematica e fisica per il liceo scientifico, lingua e cultura straniera per il liceo linguistico. A seguire l’interrogazione su un testo di italiano trattato durante l’anno, l’analisi di materiali della commissione (una foto, un grafico, un’opera d’arte, un verso) e, per finire, si parlerà dell’esperienza scuola-lavoro, il Pcto (Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento). Il punteggio finale sarà in centesimi: al colloquio verranno assegnati fino a 40 punti, mentre i restanti 60 deriveranno dai crediti scolastici. I migliori potranno ottenere la lode.
Davanti al Liceo Classico Vincenzo Gioberti di Torino si respira aria di preoccupazione tra i ragazzi in attesa di presentarsi di fronte alla commissione, presieduta da un membro esterno, ma per il resto composta dagli insegnanti che li hanno seguiti durante il percorso. Cinque anni, di cui gli ultimi due in Didattica a distanza (Dad), senza la possibilità di confrontarsi con i docenti, “se non davanti a un computer”. Riccardo, 18 anni, è ottimista: “Spero andrà tutto bene. So che i professori sono fiduciosi, c’è un po’ di agitazione ma darò il meglio di me cercherò di stupirli in positivo”. E sulla fatica della scuola in remoto sdrammatizza con una battuta: “Almeno non abbiamo gli scritti”. “Ma è comunque molto complicato”, aggiunge: “il livello di studio e concentrazione non sono paragonabili a quelli che avrei avuto in presenza”. A casa ci sono più distrazioni, mancano le relazioni con i compagni e dietro lo schermo anche i contenuti delle lezioni diventano meno attrattivi. Ma i “ragazzi coraggio” del 2002, come li ha definiti la ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, sono pronti a dimostrare quanto valgono.
Alle 9.30 del mattino Luca è fra i primi “maturati” del Gioberti. Varca la soglia della scuola emozionato ma felice. “Sono soddisfatto, i professori sono bravi”, dice, sollevato. “Le domande assecondano i nostri interessi. Per esempio, io sono un appassionato delle due guerre e nella seconda parte del colloquio mi hanno mostrato un’immagine delle trincee da commentare”. L’assenza della prima prova scritta non dispiace nemmeno a lui: “Certo, servirebbe a tutti esercitarsi nella scrittura e migliorare, ma a me che non sono bravo non è mancata per niente. L’elaborato, comunque, consente di valutare anche la forma dell’esposizione scritta”. Le preoccupazioni maggiori riguardavano il confronto faccia a faccia con i docenti: “Questo era l’unico motivo per cui non mi sentivo pronto per l’esame”.