Giugno è il mese del pride. Ma oltre al Torino pride in programma per il prossimo weekend, le strade della città, sabato scorso, sono state percorse dai partecipanti del Freek pride. Gli organizzatori Freek non si riconoscono in un modello di “fare pride”, a detta loro, istituzionalizzato, ripulito, sponsorizzato e recintato. Preferiscono un pride alternativo, critico, senza sponsor, anticapitalista, transfemminista e dissidente.
Il corteo è partito alle 16 da corso Vercelli per poi proseguire verso Porta Palazzo, piazza Palazzo di Città e infine raggiungere piazza Castello. Un furgone con la musica faceva da apripista. Dietro centinaia di persone.
Gli interventi hanno toccato diversi temi: dal ruolo delle periferie alle questioni di genere, dal libero utilizzo del proprio corpo alla logica del patriarcato, dal rispetto dei lavoratori e lavoratrici sessuali al cambiamento climatico.
“Non vogliamo riqualificazioni luccicanti in Aurora e Barriera di Milano” ha detto un ragazzo all’altezza di corso Giulio Cesare. “Dobbiamo smettere di stigmatizzare chi decide di usare il proprio corpo per scopi economici” grida una partecipante davanti al Comune. “Noi lottiamo contro il patriarcato” si legge in un cartello.