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Disoccupati, presidio Si Cobas a Palazzo di Città

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Aiuti concreti per l’occupazione, maggiore collaborazione da parte delle aziende e un tavolo di confronto con l’assessorato. Queste le richieste avanzate dai membri del sindacato Si Cobas, che questa mattina si sono riuniti in protesta di fronte al comune di Torino. Una protesta che, spiegano gli organizzatori, “va avanti da un anno e mezzo, durante il quale la situazione non ha fatto che peggiorare”. Secondo il sindacato, le misure introdotte dal Governo dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza non sono sufficienti per arginare il problema.

L’ottenimento del sussidio di disoccupazione è infatti ora subordinato al completamento di corsi che, almeno nelle intenzioni, dovrebbero facilitare il reinserimento delle persone nel mondo lavorativo. Ma chi vi ha partecipato racconta una storia diversa: “Negli ultimi tre anni ho fatto corsi di pasticceria, panetteria e anche segreteria. Ho mandato curriculum ovunque, ma nessuno mi ha mai richiamato. – racconta Davide Said, 56 anni di cui 15 passati a lavorare nella ristorazione – Solo due o tre persone per ogni corso trovano poi lavoro e si tratta di chi già possedeva delle qualifiche”.

Una critica condivisa anche da Fabio Santoro, del comitato Dobbiamo vivere, che accusa: “Il problema del lavoro in Italia non è legato alla scarsa formazione dei lavoratori. Per far sì che questi corsi abbiano un’utilità bisogna coinvolgere le aziende: chiediamo al Comune di lavorare per reinserire i lavoratori disoccupati nelle aziende a partecipazione comunale. – e aggiunge – A Napoli il movimento per i disoccupati è riuscito a far inserire molti lavoratori nelle cooperative comunali, si può fare anche qui”.

Altro tema scottante è quello degli ex dipendenti della Fogliati di Rivalta, lasciati a casa dopo che l’azienda ha deciso di trasferire il magazzino in cui lavoravano a Saluzzo. Una scelta che ha lasciato spiazzati i lavoratori, avvisati appena due settimane prima che la decisione fosse definitiva. “Ci è stata fatta un’offerta per essere reinseriti nella nuova struttura a Saluzzo – spiega Rashad Abdel Naby, rappresentante sindacale dei lavoratori Fogliati – ma noi lavoravamo con il contratto nazionale, mentre quello che ci è stato offerto è un contratto multiservizi a meno di sette euro l’ora. In più ci vogliono quasi due ore a raggiungere lo stabilimento: come si fa a considerarla una vera alternativa?”.

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