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Accordo Airbnb-Comune su tassa soggiorno, gli host: “La Città ci dia più servizi”

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L’accordo tra Airbnb e Comune sulla tassa di soggiorno preoccupa chi mette la propria casa (o una stanza) a diposizione dei turisti attraverso il portale made in USA. Una decina di locatari erano presenti questa mattina, martedì 18 aprile, alla firma del protocollo d’intesa tra la piattaforma californiana e la Città. Sguardi perplessi e proteste per un’imposta giornaliera (2,30 euro a persona sino a un massimo di 7 notti a partire da inizio maggio) ritenuta troppo elevata. “Almeno pretendiamo un miglioramento dei servizi per i nostri ospiti – commenta Paola Corbella, affittacamere in un appartamento in pieno Centro – A cominciare dalla raccolta della spazzatura e dalla situazione parcheggi: dove abito io è praticamente impossibile trovare un posto con la macchina”.

Host Airbnb a confronto nella Sala delle Congregazioni a Palazzo civico

Gli host sembrano favorevoli all’introduzione della tassa di soggiorno, un passo necessario dopo l’approvazione della legge regionale numero 13 del 2017 sulle strutture ricettive extralberghiere. Tuttavia, temono che l’importo aggiuntivo faccia calare il numero di prenotazioni nei prossimi mesi. “Il turismo a Torino non sta andando bene. Con la tassa di soggiorno ho paura che una famiglia si faccia due conti e scelga città meno care o più attrattive – spiega Niccolò, host Airbnb da due anni – L’imposta dovrebbe essere inferiore a quella degli alberghi”. E invece sarà 2,30 euro per tutti, cifra applicata dal Comune alle strutture da 1 e 2 stelle.

La stretta di mano simbolica tra la Città e la piattaforma di locazione turistica ha visto come protagonisti l’assessore al Bilancio, Sergio Rolando, e il Public policy manager di Airbnb Italia, Alessandro Tommasi.  “Si tratta di un accordo importante – esulta Rolando – Così sarà ridotta l’evasione con un metodo di riscossione più affidabile e avremo una miglior ricaduta in termini economici sul settore turistico”. Nell’ultimo bilancio preventivo, fa sapere l’assessore, il Comune ha calcolato dalla riscossione delle tasse di soggiorno dell’intero comparto ricettivo una cifra vicina ai 7 milioni di euro. Nell’ultimo anno a Torino sono stati 147 mila gli arrivi sotto la Mole tramite Airbnb, con una permanenza media di 3,2 giorni. Se i numeri resteranno questi, dal 2018 Palazzo di Città potrebbe così incassare 1 milione di euro in più.

“Torino è la prima città in Piemonte a firmare l’intesa – puntualizza Tommasi – La piattaforma s’impegna a semplificare l’esperienza sia per gli ospiti che per gli affittuari: i primi sapranno la spesa totale sin dal momento della prenotazione, i secondi non dovranno muovere un dito: sarà Airbnb a versare direttamente i soldi nelle casse del Comune”.

FEDERICO PARODI