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Abitazioni degradate: atteso il via libera della giunta regionale al decreto attuativo per l’esproprio

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La risposta alla crisi abitativa della città di Torino è l’esproprio per “pubblica utilità”. La legge, compresa nell’ultimo decreto Omnibus, permette alla Regione di intervenire nel campo dell’edilizia sociale, liberando alloggi degradati per darli in gestione ad Atc, l’Agenzia territoriale per la casa.

Per il regolamento attuativo, con le condizioni più concrete, bisognerà attendere il via libera della giunta regionale che per ora sta ancora lavorando alla fase istruttoria. “La nostra è una legge rivoluzionaria – spiega l’assessore al Welfare Maurizio Marrone a La Stampa –, che apre per la prima volta alla possibilità di espropriarne gli immobili trasformati in covi di spaccio, prostituzione e sfruttamento così da convertirli in case popolari”. Il provvedimento andrebbe a colpire i proprietari degli immobili coinvolti in comportamenti criminali. La misura riguarda anche edifici fatiscenti e affitti non regolari. Approvata a settembre, ha trovato una certa collaborazione fra la maggioranza e l’opposizione in giunta. Nadia Conticelli, consigliera regionale del Partito democratico, ha sottolineato “il valore della trasversalità” del tema.

Conticelli, in sede di bilancio, aveva presentato due sub-emendamenti approvati a giugno, a modifica di quello proposto da Marrone: “Chiedevo la formulazione di un criterio chiaro, cioè che si svolgessero attività illecite all’interno, dettagliate, e che queste fossero ascrivibili al proprietario dell’alloggio. Mancava assolutamente la parte – ora aggiunta – del compenso dell’esproprio, perché la legge nostra nazionale che si rifà per altro principio costituzionale non consente l’esproprio se non per pubblica utilità. Avevo chiesto di inserire un altro criterio, cioè che la casa risultasse sfitta, quindi o non affittata o affittata in nero e questo è stato accolto. È più difficile che ci sia il piccolo proprietario che specula sull’alloggio. Facilmente ci sono delle società che sono dietro dei proprietari, ora c’è il caso Molino che in questi giorni imperversa sui giornali, ma magari non è l’unico: questo non è stato accolto dalla maggioranza. Lo vedevano come un attentato alla libera proprietà”. Sui possibili rischi quello più concreto secondo Conticelli è il possibile aumento di affitti brevi: “Non si può passare dal caporalato abitativo agli Airbnb. Speriamo di raggiungere un tessuto sociale medio che è quello di Barriera, se abbiamo in alcune scuole delle punte di 70-80% di alunni che provengono da altri paesi, queste famiglie, da qualche parte, devono stare. Ed è quel tessuto medio, un po’ fragile.”

La risposta Atc e del presidente della sezione del Piemonte centrale Maurizio Pedrini, resta positiva: “L’Agenzia è favorevole alla norma che introduce la possibilità di espropriare per pubblica utilità beni immobili locati, regolarmente o irregolarmente, ad uso abitativo oggetto o luogo di condotte di reato imputabili alla proprietà e in stato di conservazione scadente. Il nuovo articolo della legge regionale potrà infatti consentire alle Atc di disporre di nuovi alloggi da riqualificare, grazie a risorse traferite dalla Regione, e mettere così a disposizione dei Comuni per nuove assegnazioni. In un contesto, come quello torinese, in particolare, caratterizzato da grave emergenza abitativa, poter incrementare il patrimonio di case popolari da destinare alle famiglie in lista d’attesa è senza dubbio positivo”.

Resta da capire se oltre alla teoria si potrà passare alla pratica, visto che “non è automatico non è che da domattina gli alloggi affittati in nero vengono requisiti – commenta Conticelli – Ci sono tutta una serie di criteri, in più deve esserci l’interesse di Atc, devono esserci i soldi per l’indennità da dare. Su questo l’assessore aveva detto che nel regolamento di giunta avrebbe messo i criteri per l’indennizzo, che sono peraltro fissati dalla legge nazionale, non è che si può essere tanto creativi”.

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