La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

#abcfutura /6 Accettazione

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Mentre si evolve nelle forme, il giornalismo conserva nel tempo un’essenza composta di pratiche, meccanismi, dinamiche e strutture intrinsecamente resistenti ai mutamenti. È ciò che permette all’informazione di non fermarsi mai ma è anche qualcosa che un giornalista è chiamato ad accettare. Talvolta occorre raccontare una storia in modo diverso da come si vorrebbe, o fare qualcosa che non ci si sente in grado di fare. Accettazione significa imparare a vedersi come parte di un sistema complesso.

Andrea Macrì, dal Darwin di Rivoli alle paralimpiadi

Il 22 novembre 2008 inizia come un giorno di scuola qualunque per i ragazzi del liceo Darwin di Rivoli, in provincia di Torino. Lezioni, interrogazioni, ripassi dell’ultimo minuto, ansie adolescenziali ma anche amori, speranze e certezze, con lo sguardo proiettato verso un futuro in cui la vita è data per scontata. Quando improvvisamente la fatalità irrompe, però, tutto cambia. Il controsoffitto della classe 4D cede di colpo, crolla sulle teste di studenti e studentesse, fa cadere a sua volta un pesante tubo in ghisa che travolge un ragazzo. Vito Scafidi muore a 17 anni, in un normale giorno di scuola.

Vito stava parlando con un suo compagno e amico, Andrea Macrì. Come lui, Andrea viene investito dal crollo, e la sua vita cambia per sempre. Rimane ferito in modo grave alla schiena e agli arti, potendo riprendere parte della mobilità motoria soltanto dopo nove mesi in ospedale e anni di cura, fisioterapia e riabilitazione. Andrea ha due scelte. La più semplice, forse la più umana e comprensibile, che è quella di chiudersi nella rassegnazione di un’esistenza da vivere ormai a metà; la più difficile, ovvero accettare la propria condizione e costruire una vita felice a partire da quella. Oggi Andrea è un atleta paralimpico. Dopo essersi avvicinato, durante la riabilitazione, ad alcuni sport come il tiro con l’arco e la scherma, ha scelto la strada del para ice hockey, conquistando con la squadra italiana il quinto posto ai Giochi paralimpici invernali di pechino 2022.

Quella di Andrea è una storia di accettazione di sé stessi nell’avversità, un’esperienza che può costituire un esempio per coloro che si trovano o si troveranno nella sua stessa situazione, o in situazioni simili. Una ripresa del controllo della propria vita dopo che questa aveva cercato di toglierglielo, che se narrata può sì aiutare ma anche creare categorie di vincenti, coloro che ce l’hanno fatta, e di perdenti, di emarginati, quelli che avevano il dovere morale di provarci ma hanno fallito. Di questo parliamo proprio con Andrea, nel nuovo podcast di Futura.

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