È tutta una questione di distanza, nella fisica quantistica come nel giornalismo. Capire cosa succede nell’infinitamente piccolo è fondamentale per poter spiegare i “massimi sistemi”. Quale punto di osservazione scegliere, quanto avvicinarsi, quanto andare lontano, quanto entrare in empatia con l’oggetto o il soggetto della nostra osservazione. Per raccontare bene una storia è necessario trovare la giusta distanza per interpretare ciò che ci sta attorno.
La giusta distanza: l’uomo che crea le stelle
“Se trovassimo la distanza minima, al di sotto della quale non si può scendere, capiremmo immediatamente, e meglio, il macrocosmo”. La fisica è un gioco di distanze. A spiegarlo è Salvatore Samuele Sirletti, astrofisico italiano che è volato a Groningen per completare le sue tesi di ricerca al Van Swinderen Institute for Particle Physics and Gravity.
“Io creo stelle, le immagino, e sono stelle che devono rispettare determinati paramenti. Sono delle prove indirette per dimostrare che lo spaziotempo non è continuo. ”, spiega. È uno studio che si inserisce nel filone della teoria geometrica non commutativa: algebra e geometria diventano alleate per esplorare nuove frontiere. Uno degli obiettivi è dimostrare che la gravità ha una base quantistica. Se così fosse diventerebbe possibile spiegare i fenomeni più affascinanti che si possono osservare nell’Universo. Cosa succede all’interno dei buchi neri, il passato e il futuro delle nostre galassie, cosa è stato davvero il Big Bang, viaggiare oltre il nostro sistema solare. “Anche il teletrasporto, non è fantascienza – continua Sirletti – diversi gruppi di ricerca ci stanno lavorando, per ora siamo in grado di spostare una sola particella, ma scoprire la natura quantistica della forza di gravità permetterebbe a un intero corpo di teletrasportarsi”, spiega Sirletti. Le ricerche all’interno dell’Università di Groningen cercano, in estrema sintesi, di conciliare la relatività generale di Einstein con la meccanica quantistica.
“Io sono venuto qui per studiare insieme al professore Anupam Mazumdar, che sta lavorando a rendere possibile un esperimento che potrebbe essere avviato tra una ventina d’anni: cercare il gravitone, la particella associata alla gravità se questa fosse quantistica”, precisa Sirletti. La vera natura della gravità è l’ingrediente fondamentale che attualmente serve alla scienza per capire tutte le cose che non riesce ancora a spiegarsi, l’ingrediente che permetterebbe di raggiungere distanze che, ora, non possiamo nemmeno immaginare.