Sono il simbolo del sistema postale per eccellenza. Vernice rosso fuoco, scritta “Poste” bianca in alto, doppia fessura per l’inserimento delle lettere: una “per la città” e una “per tutte le altre destinazioni”. E, da oggi, anche smart.
Perfino in un periodo storico dominato dal digitale, è particolarmente difficile trovare qualcuno che non abbia imbucato anche solo una cartolina nelle iconiche cassette postali. Presenza fissa sul territorio (cittadino a non solo) sin dal 1886, quando le prima 100 cassette mobili vennero collocate nelle varie stazioni ferroviarie dell’allora Regno d’Italia, puntellano i luoghi della vita quotidiana dei cittadini e ne costituiscono un importante punto di riferimento per le comunicazioni con il resto del mondo. Durante la Prima Guerra Mondiale accompagnarono i soldati al Fronte: casse di legno che si trasformavano in uffici postali mobili e rappresentavano per le truppe l’unico elemento di contatto con i propri cari e il proprio Paese.
Oggi, 25 maggio 2021, Poste Italiane ha presentato la prima cassetta postale smart del Piemonte, situata in via Alfieri, appena fuori dalla sede centrale. Non cambia l’aspetto, che rimane quello tradizionale, ma cambia radicalmente il ruolo. Da semplice contenitore di corrispondenza, la cassetta si trasforma in centro di rilevazione di dati ambientali: temperatura, umidità, polveri sottili. Informazioni che verranno inserite in un database centrale per consentire le analisi necessarie e contribuire a una maggiore comprensione della qualità dell’aria in tutto il territorio italiano. La prima fase sperimentale, infatti, prevede l’installazione di 100 cassette di nuova generazione nelle città di Torino, Milano, Roma e Napoli. “Nel 2021 Torino ne vedrà installate 14, per un totale in Italia di 500 nel 2022” spiega Enrico Prono, responsabile ingegneria dell’area Nord-Ovest. “Entro il 2024 è prevista la collocazione di 10mila cassette smart senza schermo, ma dotate di tutta la sensoristica, in tutto il territorio italiano, specialmente nei piccoli comuni. Nel giro di pochi anni, quindi, il 25% delle cassette, ad oggi circa 40mila, sarà intelligente”. Oltre alla capacità di analizzare i parametri di qualità dell’aria, le nuove cassette postali saranno dotate di un sensore in grado di rilevare se al proprio interno vi sia o meno la posta: in questo modo, consentiranno ai portalettere (30mila sul territorio nazionale) di sapere in anticipo quali aprire, e porteranno perciò ad un miglioramento dell’efficienza in termini di tempo, dispendio energetico e impatto ambientale. A detta dell’azienda non vi sono, ad oggi, previsioni precise sugli effetti in questo senso, ma assicura che saranno prodotte in futuro: “Per avere una prima data collection dovremo aspettare uno o due anni, anche al fine di fare una proiezione” dichiara Prono.
L’iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di innovazione green dell’azienda, che ha da tempo iniziato il progressivo percorso di rigenerazione del parco circolante: “In questo contesto di rinnovamento vi è un’attenziona all’ambiente non solo all’interno degli edifici, dove c’è stato un arricchimento in termini di dispositivi a risparmio energetico, ma, ancora più importante, rispetto alla flotta. Tricicli e quadricicli elettrici di ultima generazione. Questo per venire incontro anche alla trasformazione del mondo postale in atto: il mondo e-commerce è in costante aumento, quindi è stata molto maggiorata la capacità di carico per trasportare più pacchi in maggiore sicurezza. Oltre a questi vedremo un aumento delle auto elettriche: oggi sono 100 i mezzi green a Torino, il 25% del totale”.