Il Pd riparte da Zingaretti e Zingaretti parte da Torino. È il Piemonte, la Regione che più si è sentita penalizzata dal Governo pentastellato a ospitare la prima uscita del nuovo segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti dopo la sonora vittoria alle primarie di domenica 3 marzo.
Abbracci e sorrisi con Sergio Chiamparino, che il 26 maggio proverà a resistere all’assalto del centro-destra e di Lega e Movimento 5 Stelle e a mantenere al centrosinistra l’ultima regione del Nord Italia. “L’Italia deve ripartire – ha detto Zingaretti – perché abbiamo alle spalle nove mesi di molta propaganda, molti confronti, molti selfie, molti sorrisi, ma in realtà questo Paese è di nuovo in ginocchio: la produzione industriale è crollata e il fatturato delle aziende è fermo”, ha dichiarato il governatore del Lazio alla piccola folla di giornalisti che lo aspettava davanti al Palazzo della Regione.
Sul tavolo innanzitutto il Tav: “I cantieri del Paese sono fermi. La linea Torino-Lione è un simbolo nazionale di come non ci si deve comportare rispetto alle aspettative del futuro di un grande Paese come l’Italia, perché mentre si nasconde una divergenza politica il cantiere è fermo”, ha sottolineato. Da qui l’invito: “I bandi non si interrompano: sarebbe criminale pensare di perdere centinaia di milioni di investimenti e migliaia di posti di lavoro”.
Proprio ieri Chiamparino, ospite di Lucia Annunziata a ‘1/2h in più’ su Rai Tre, aveva indicato come “deadline” l’11 marzo. Se la società di gestione non avrà il via libera per fare i bandi, e proseguire i lavori, intende chiedere al ministro Salvini una consultazione popolare.
L’opposizione alla linea attendista del Governo sul progetto della Torino-Lione potrebbe essere la chiave di volta per un Pd che ha recuperato un po’ di ottimismo grazie alle primarie: il voto ha visto tornare alle urne un milione e 800mila persone, dato pari o addirittura superiore a quello del 2017.