La banda che suona dal vivo per le vie del quartiere attira la curiosità dei residenti, che si affacciano ai balconi e battono a tempo le mani. I bambini in bicicletta dribblano fra i musicisti, mentre due ragazze ballano in mezzo alla strada. È la festa di CasaBottega, il progetto che da due anni a questa parte trasforma Barriera di Milano. Sette negozi chiusi sono diventati residenze, atelier e laboratori artistici, poli di un processo di rigenerazione urbana che parte dai luoghi e dalle persone. Il ritmo della musica scandisce il percorso di un’inaugurazione che sa di condivisione ritrovata, dopo i mesi distanziati della pandemia. Si parte da via Baltea, all’angolo con corso Palermo. C’è un palco arrangiato e un capannello di spettatori curiosi. Da qui inizia la storia di CasaBottega e dei 39 ragazzi che lo animano.
Ideato e realizzato dalla collaborazione fra Sumisura Aps, Città di Torino – Divisione Decentramento Giovani e Servizi – Torino Creativa, Circoscrizione 6, Associazione Respons/Ability e Liberitutti scs, con il sostegno di Compagnia di San Paolo, giovedì 17 giugno presenta i primi risultati di una sperimentazione iniziata nel 2019. È l’apertura di una tre giorni di eventi a spasso per Barriera di Milano, tra laboratori artistici per grandi e piccini, mostre, workshop, letture, in uno scambio reciproco di energia e bellezza.
“CasaBottega è una tappa di un grande percorso che stiamo cercando di fare tutti insieme per portare in Barriera pezzi d’arte, ma anche pezzi di lavoro”, dice dal palco Carlotta Salerno, presidente della Circoscrizione 6. “Perché non c’è bellezza senza professione, senza la possibilità di concretizzare i sogni dei giovani e le amministrazioni devono impegnarsi per questo”, aggiunge.
Dei 25 gruppi di giovani creativi che avevano partecipato al bando, la giuria di CasaBottega ne ha selezionati sette. Li ha affiancati, economicamente e non solo, nella ricerca, nell’affitto e nella ristrutturazione di uno spazio di lavoro e di vita nel borgo storico di Barriera di Milano. Più precisamente, nell’area delimitata a sud da corso Novara, a est dal mercato di Piazza Foroni e le vie limitrofe, a nord da via Feletto e a ovest da corso Vercelli. Grazie a un sostegno a fondo perduto di 5.000 euro ciascuno, i giovani coinvolti hanno messo a disposizione del quartiere la loro passione, diventando a tutti gli effetti artisti civici.
La pandemia ha reso tutto più difficile, ma il primo anno di vita delle CaseBottega è stato comunque ricchissimo di esperienze. Installazioni nelle vetrine, piccoli concerti, performance di strada hanno posto le basi per una relazione partecipata con il contesto sociale di Barriera, che a sua volta ha accolto i nuovi abitanti con entusiasmo. Un esempio? I proprietari dei negozi fra Via Candia, Via Scarlatti e via Santhià hanno messo le loro serrande a disposizione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti, che le hanno dipinte, grazie al progetto Barriera in Divenire. “L’arte e la cultura, se partecipati e condivisi, possono risanare i luoghi laddove è necessario, favorendo un percorso di crescita e consapevolezza”, dice Edoardo Di Mauro, direttore dell’Accademia.
“CasaBottega è una storia di coraggio”, aggiunge Marco Alessandro Giusta, Assessore al Decentramento, alle Periferie e alle Politiche Giovanili della Città di Torino. “È la storia di tanti giovani che si sono messi in gioco in uno dei quartieri dove la desertificazione commerciale ha picchiato più duro. Si sono riappropriati di un pezzo di città e hanno deciso di guardare al futuro: è questa la Barriera che ci piace”.
In un minuto gli applausi lasciano il posto alle note degli strumenti di Pietra Tonale, uno dei sette gruppi di bottegai, che guidano il percorso tra le proposte di CasaBottega: da Enchiridion in Piazza Crispi si fa teatro, mentre i ragazzi e le ragazze di Ventunesimo si concentrano sull’arte contemporanea, che Stasis fonde con la musica elettronica. La poesia è di casa alla Scimmia in tasca di via Montanaro, gestita dall’associazione Newtopia, che pubblica anche una rivista online. Intanto i giovanissimi studenti del liceo artistico di stanza nel cortile di Vernice Fresca accolgono gli ospiti con la tempera sui vestiti ed espongono le loro creazioni variopinte. Contemporaneamente in quella che fu un’erboristeria un video maker italiano e una performer di Tel Aviv sperimentano live actions, installazioni e pop-up shows.
Il tour si conclude in Piazza Crispi, dove una brace attende di essere accesa. Poggiato sopra c’è un pentolone, protagonista del gran finale della serata, la performance Zuppa di pietre di Nick Difino. Per sentirsi parte di storia senza tempo e senza luogo basta una formula magica, quella che pronunciano i bambini quando vogliono fare un gioco: basta dire, “facciamo che io ero”. Ed ecco che passare dalla realtà all’immaginazione e poi di nuovo alla realtà diventa un gioco a cui tutti partecipano. Diventa l’occasione per ringraziare chi ogni giorno tende la mano verso gli altri, come gli Eco Mori e la loro attività di recupero del cibo invenduto, che al mercato si getterebbe via. Poco per noi, ma tanto per qualcun altro. Barriera di Milano, nel suo essere molte cose contemporaneamente, è prima di tutto prossimità. CasaBottega lo dimostra.