In tutto il mondo, giugno è il mese del Pride Month. Trenta giorni dedicati all’orgoglio gay, alla parità di diritti di genere e all’amore in ogni sua forma. Una manifestazione nata da un episodio tragico che, la notte tra il 28 e il 29 giugno del 1969, coinvolse la comunità Lgbtq+ di New York.
Quella sera, la polizia si rese protagonista di una brusca irruzione all’interno dello Stonewall Inn, uno storico locale gay del Greenwich Village. Nel corso dell’operazione, gli agenti si accanirono per infrazioni al “buon costume”, dando esecuzione ad arresti per “atti osceni” o “indecenza”.
Accadde però qualcosa mia avvenuto prima: in quell’occasione, i frequentatori dello Stonewall si ribellarono, dando il via a una rissa. I più vennero arrestati, ma gli agenti non riuscirono a portarli al commissariato. A fermarli, fuori dal locale, una barriera umana di quasi 2mila persone. Ne scaturirono altri tafferugli che costrinsero i poliziotti a ripiegare dentro lo Stonewall. Una sommossa vera e propria al termine della quale il bilancio fu di 13 arresti e un numero imprecisato di feriti tra poliziotti e manifestanti. L’episodio si trasformò nell’atto di fondazione dei cosiddetti “moti di Stonewall”: giornate caratterizzate da fiumi di persone e manifestazioni per difendere il diritto di essere e di amare chiunque si voglia.
Una ricorrenza che quest’anno, in Italia, coincide con una delle battaglie più urgenti che il movimento Lgbtq+ abbia affrontato negli ultimi anni: l’approvazione del ddl Zan contro le discriminazioni basate su genere, sesso, disabilità e orientamento sessuale. Un traguardo di civiltà di fondamentale importanza, per il quale la comunità torinese si sta già mobilitando: nella giornata di domani, sabato 5 giugno, alle 16, si terrà in Piazza Castello una manifestazione promossa dal Torino Pride in concerto con altre otto realtà ed associazioni in difesa dei diritti civili (Coordinamento Torino Pride GLBT, Rete Genitori Rainbow, Arcigay Torino “Ottavio Mai”, Maurice GLBTQ, Uisp Torino, Agedo Torino, Associazione Quore, Famiglie Arcobaleno in Piemonte, Asti Pride). Interverranno Susanna Camusso a nome di Cgil e Uil, la sindaca Chiara Appendino, il primo firmatario del Ddl Alessandro Zan, la senatrice Alessandra Maiorino, Fiorenzo Gimelli, presidente nazionale Agedo, Marilena Grassadonia, ex presidente nazionale di Famiglie Arcobaleno e Laura Onofri per Se non Ora Quando Torino.
“Il ddl Zan ricalca altre forme di tutela già scritte all’interno delle leggi. Ogni dubbio su questa proposta di legge è un chiaro tentativo di affondarla, di impegnarsi attivamente al solo scopo rimandare un traguardo di civiltà. I partiti che tentano di fare ostruzionismo dovranno prendersi le proprie responsabilità”, ha dichiarato a Futura News Marco Giusta, assessore alle Pari Opportunità e Politiche Giovanili della città di Torino. “Un grande grazie alle associazioni e alla società civile per portare avanti l’iniziativa del 5 giugno: noi, come città di Torino, abbiamo sempre appoggiato la legge contro l’omofobia, votando anche un ordine del giorno a sostegno del ddl Zan. Abbiamo bisogno di una legge nazionale che, finalmente, possa rendere possibile la realizzazione di un cambiamento culturale”.