Nessun lieto fine per i dipendenti dei Disney Store italiani. Per anni, i negozi della multinazionale californiana sono stati dei luoghi di aggregazione privilegiati per bambini e famiglie, dove i film e i sogni sembravano quasi prendere forma e vita, dando sostanza a quel “Se puoi sognarlo, puoi farlo” che il fondatore Walt Disney aveva eletto come propria catchphrase per motivare chiunque a non arrendersi e realizzare i propri desideri.
Lo scorso 21 maggio, però, qualcosa è cambiato: con un comunicato, la direzione societaria ha fatto sapere alle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di voler chiudere tutti i negozi sul territorio, e più di 230 dipendenti occupati nei circa 15 punti vendita sono ora con il fiato sospeso per l’inaspettata notizia che, peraltro, è arrivata a cose fatte, con la messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio scorso. Una situazione che non riguarda soltanto l’Italia: il ridimensionamento programmato dal colosso dell’intrattenimento toccherà anche l’Europa e il Nordamerica, dove era già stata annunciata la chiusura di 60 store. Restano aperti i negozi in Asia e nei parchi divertimento del gruppo. I tagli dell’azienda risultano funzionali a una volontà ben precisa: quella di concentrarsi sull’e-commerce. Una chiara dimostrazione che in futuro le vendite online godranno di una più ampia fetta del mercato rispetto a quanto già fatto oggi. Un’azienda come la Disney, infatti, già in altre occasioni ha dimostrato di saper prevedere la direzione che prenderanno i mercati e il fatto che decida di chiudere i propri negozi è il segnale che puntare ancora sulle vendite In store non sarà più conveniente (calcolando anche i costi di gestione).
Nel frattempo, i sindacati preparano il terreno per la controffensiva: dopo l’assemblea unitaria di due giorni fa, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno chiesto “l’attivazione immediata di un tavolo istituzionale con i ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro e il contestuale avvio del confronto con la direzione societaria di Disney Store per conoscere i dettagli della procedura di liquidazione del marchio”. Lo scorso 29 maggio, in diverse città i dipendenti sono scesi in piazza per protestare contro la chiusura dei 15 Disney Store italiani.
Una situazione che interessa anche il Piemonte. Tra i Disney Store presenti sul territorio nazionale, infatti, quello del centro commerciale Le Gru, a Grugliasco, è uno dei più simbolici in assoluto: inaugurato il 29 agosto 1996, fu il primo ad aprire in Italia. “A livello locale, soprattutto Roma e Milano, abbiamo assistito a una grande adesione. Nel nostro territorio, di contro, c’è stata poca partecipazione“, ha dichiarato a Futura Matteo Rossi, operatore della Fisascat Cisl Torino-Canavese, che sta seguendo in prima persona le vertenza. Dal mio punto di vista, è una scelta scellerata: è vero che il commercio online può avere più ricavi rispetto alla vetrina fisica ma, allo stesso tempo, è un settore che va rilanciato. In più, le due cose potrebbero essere complementari: non vedo perché non potenziare entrambi comparti”. Sulle strategie future, per ora, le certezze sono poche: “Per il momento c’è stata soltanto una riunione tra tutti i sindacati. Il piano è organizzare 4 ore di sciopero a livello locale e 4 a livello nazionale“.