Sfruttavano lavoratori e commettevano reati fiscali. Questa mattina, 27 maggio, i carabinieri e la guardia di finanza hanno eseguito cinque misure cautelari a Torino e a Cagliari, nell’ambito dell’operazione “Marco Polo”. Hanno inoltre sequestrato un’ingente somma di denaro, del valore di oltre 85mila euro.
I cinque soggetti, originari dalla Cina, risultavano amministratori di una società torinese che aveva stipulato contratti di fornitura per il confezionamento di scatole di pennarelli, penne e matite, con due diverse committenti. In realtà, subappaltava i lavori ad altre imprese amministrate da alcuni familiari: il loro compito era assumere i dipendenti dell’azienda, che venivano sfruttati e sottopagati.
Gli oltre 40 lavoratori svolgevano la propria attività per 10 ore al giorno, ricevendo umili retribuzioni: dai 350 ai 600 euro al mese.
Le indagini, svolte per tutelare il lavoro e contrastare le frodi fiscali, erano scattate nel gennaio 2019, quando alcuni cittadini avevano denunciato ai carabinieri condizioni di sfruttamento lavorativo in un’azienda torinese che confezionava pennarelli e penne. I gestori dell’impresa emettevano fatture per operazioni inesistenti: questo consentiva loro di mantenere prezzi concorrenziali e di evadere il fisco, facendo figurare costi fittizi, legati ad attività in subappalto gestite dagli stessi familiari.
Le ipotesi di reato, dunque, sono associazione per delinquere, sfruttamento del lavoro, reati fiscali di emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.