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“Io, Me & Luca”, un viaggio intimo al confine tra arte e disagio psichico

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Proviamo a partire da qui. Luca Bolelli ha 31 anni, è un artista, scrive in versi.  “La poesia mi ha cambiato e mi sta cambiando, più mi esprimo più scopro qualcosa di nuovo su di me”. Lo fa ormai da 10 anni, e quattro giorni fa, il 24 aprile , è uscita la sua prima raccolta, dal titolo “Io, Me & Luca”. Non in un libro, ma su Spotify, YouTube e su tutte le principali piattaforme digitali. Questo perché Luca ama la musica, scrive ascoltando i Doors o i Pink Floyd, e aveva il sogno di far suonare le sue poesie. A dare il suono alle parole di Luca è stata l’associazione DOdiMatto, grazie alla collaborazione di numerosi musicisti e tra loro, anche il padrino del progetto Pierpaolo Capovilla. Così è nato un album con dieci brani, di cui otto sono stati realizzati sui testi scritti da Luca.

Luca Bolelli

Adesso proviamo a partire dall’inizio, L’idea nasce dall’incontro tra Luca e Renato Murri, presidente di DOdiMatto, che stava tenendo un corso di orientamento al lavoro. Luca è in platea, si avvicina, e, “come dono, visto che le lezioni mi erano piaciute”, consegna a Renato le sue poesie. “È nato prima l’album che l’associazione – dice Renato Murri – , in quel momento ho sentito un grande senso di responsabilità e mi sono messo a lavorare su quel progetto”. Così, insieme a Alessandra Cimino, vicepresidente di DOdiMatto, inizia un percorso lungo due anni che ha portato alla nascita dell’album. “Io, Me & Luca è un viaggio intimo nel disagio, costruito con l’intento di far immergere e riemergere dalla follia, senza lasciare nell’ascoltatore un senso di cupezza richiamando quello che fa De André con Marinella: può solo tentare di reinventarle una vita e addolcirle la morte”, prosegue Murri.  E infatti l’album è spezzato in due, dalla tristezza profonda di “Dolore” e Buio”, con “Fluire” e “Arcobaleno” si intravede la luce.

Le 10 tracce dell’album, Luca Bolelli è l’autore di tutte eccetto la prima e l’ultima.

Il confine tra arte e follia è labile. “C’è una connessione con il disagio psichico, ma il nostro obiettivo è quello di riuscire a esprimere l’arte per valorizzare la parte emotiva”. Elemento questo che si ritrova nelle parole di Luca, che parla della poesia come “autocura e continua scoperta della mia persona, riesco ad esprimere ciò che provo senza filtri,  è libertà”. Ma forse ora sta diventando un lavoro, visto che piano piano sta cambiando il suo approccio verso la poesia. Luca Bolelli ha iniziato a scrivere nel 2011, fino al 2019 ha scritto 10 poesie, che sono diventate 300 negli ultimi due anni. “In passato scrivevo solo con la musica quando ero in stato dissociativo – continua Luca – , ora riesco a comporre anche in silenzio nei momenti dove mi sento un po’ più sereno”. Nel frattempo, sta anche vagliando nuovi orizzonti stilistici: “Anche la terapia mi aiuta nel processo artistico, prima scrivevo in modo più crudo, ora sto scoprendo un mio lato più romantico ed emotivo”. 

“La mia anima urla, non ha più voce, grida in silenzio e tutto tace”.

da “Dolore” di Luca Bolelli

Il progetto di “Io, me e Luca” non si ferma qui e l’obiettivo è quello di andare oltre la mera esecuzione live. “Quello che tentiamo – le parole di Renato Murri – è proseguire un percorso di contaminazione artistica, vorremmo che Luca si interfacciasse con altre forme d’arte”. L’inclusione sociale delle persone con fragilità rimane il faro verso cui opera l’associazione. In quest’ottica, DOdiMatto è già al lavoro con lui e con altri enti o artisti della scena torinese, malgrado la pandemia abbia complicato questo processo. Luca è pronto, nel suo futuro vede solo la poesia: “Mi riconosco nell’album, ascoltarlo è stato emozionante – dice Luca -, se non scrivo mi sento vuoto, non posso stare senza”. 

Renato Murri e Alessandra Cimino, ideatori di “DOdimatto”

Ah, Luca soffre di disturbo borderline con associato disturbo bipolare della personalità, ma questa non è che una caratteristica, non era necessario farlo presente prima. Insomma, non si doveva proprio partire da qui.

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