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Le Dragonette corrono per la ricerca

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“Diversamente fortunata”, e per questo forte come un drago. Luisa Librera si è ammalata di cancro al seno quando aveva 45 anni. Lottando contro “quel corpo estraneo che è entrato senza chiedere il permesso”, ha trovato una passione che le ha cambiato la vita: il Dragon Boat, disciplina sportiva che prevede gare su imbarcazioni standard lunghe 12,66 metri con la testa e la coda a forma di dragone, sospinte da ventidue atleti a bordo. Oggi Luisa è presidente delle Dragonette, la squadra torinese femminile di dragonboating, nata nel 2010 su iniziativa spontanea di un gruppo di donne operate al seno.

“La mia prima remata fu nel 2014. Era un periodo difficile, avevo bisogno di distrarmi dai pensieri, dal peso della diagnosi. Ricordo che salii in barca quasi per gioco. Non sono più scesa”, racconta, tradendo un po’ di emozione. Il sostegno della squadra è fondamentale, in gara come nella vita: “Il rapporto che si crea con le altre donne è inspiegabile. Ci supportiamo a vicenda, nella gioia e nei dolori. Nel gruppo ci si sente accolte e libere di esprimersi”. Perchè insieme si è più forti.

Sostenuto dal Centro Universitario Sportivo Torino, dal Circolo Amici del Fiume e dalla Società Canottieri Esperia, il progetto delle Dragonette non si è fermato neppure per la pandemia: “Continuiamo ad allenarci tre volte a settimana. Durante il primo lockdown ci siamo trasferite su Zoom, per sessioni di potenziamento fuori dall’acqua, mentre ora possiamo remare in sicurezza”. La continuità è un aspetto fondamentale, considerando lo sport parte della cura: “La pagaiata è un movimento ottimale per chi ha subito l’intervento al seno, rinforza i muscoli dorsali senza impattare sui pettorali e favorisce il linfodrenaggio”, spiega Luisa. L’attività cardiovascolare aiuta il recupero psico-fisico, senza dimenticare l’importanza della socialità, elemento centrale per la ripresa di una vita attiva: in una squadra ciascuno è indispensabile e le “donne in rosa” ne sono consapevoli. Collaborano a bordo dei dragoni, ma non solo. “Ci impegniamo molto per la promozione della salute e vogliamo aumentare l’interesse per questo sport. In Italia lo praticano ormai più di 900 donne, in 30 squadre, che nel mondo sono 300. Quando ci riuniamo per le competizioni internazionali è una festa”. L’ultima è stata nel 2018, a Firenze. Poi, causa Covid, si è fermato tutto. E le celebrazioni per il primo decennale delle Dragonette sono saltate.

La corsa in rosa

Ma loro non si danno per vinte. Anche quest’anno, infatti, partecipano alla Just The Woman I Am, la corsa-camminata di cinque chilometri organizzata dal CUS in collaborazione con Politecnico e Università degli Studi di Torino. Un’ottava edizione in versione “virtuale”, che offre a ogni partecipante la possibilità di scegliere il percorso da svolgere nei giorni compresi tra il 7 e il 14 marzo 2021, in uno spazio temporale che va dalle 7 alle 20. Con l’unica regola di postare sui social una foto ricordo con gli hashtag #torinodonna2021 #justthewomanIam2021 #sceglidinonmancare per ricreare virtualmente la piazza di Just The Woman I Am. I fondi raccolti dalle iscrizioni alla manifestazione sono impiegati per finanziare convegni scientifici e incontri dedicati alla prevenzione: dal 9 all’11 marzo è previsto il congresso “Nanoscience in Cancer Immunotherapy”, che vedrà la partecipazione di Fiona Watt, scienziata britannica nota a livello internazionale per i suoi contributi nel campo della biologia delle cellule staminali. L’8 marzo, inoltre, va in scena (alle 18, sul canale YouTube del CUS Torino), lo spettacolo-concerto “Ritratti di signora”, scritto e diretto da Alessandro Perissinotto, con la regia video di Claudia Cavaliere: un viaggio lungo 150 anni, da ripercorrere attraverso gli occhi e i racconti di quelle donne che ne hanno arricchito la storia, la scienza, la cultura.

La corsa delle Dragonette è già partita, sabato 7 marzo. Divise in piccoli gruppi, hanno attraversato i luoghi simbolo della città e condiviso immagini e curiosità storiche, grazie alla presenza, tra loro, di una guida turistica. Maglietta rosa targata Just The Woman I Am e tanto entusiasmo: “La virtual edition ci ha consentito di coinvolgere le altre donne in rose italiane – aggiunge Luisa Librera – e così abbiamo dato vita al team ‘Pink Dragonboat Italia’, che riunisce 15 squadre, tra cui quelle di Venezia, Ferrara, Roma, Cagliari”. Una staffetta per la ricerca e per la prevenzione che oltrepassa i confini di Torino. Se l’Italia si tinge di rosa, è anche merito delle Dragonette: combattive e instancabili guerriere armate di pagaia che, ancora una volta, lottano per trasformare la tragedia in opportunità.

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