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I barbieri che aprono i negozi in periodo di Covid grazie ai futuri clienti

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Barba e capelli nel negozio che apre grazie all’investimento dei futuri clienti. Si chiama Barberino’s, è una catena di barberie e, a inizio febbraio, ha aperto a Torino in Corso Vittorio Emanuele II 102, il suo decimo store.

La start-up di barberie fondata nel 2015 oggi conta più trenta dipendenti con un’età media di 26 anni e, oltre alla creazione di un nuovo salone in un periodo così difficile, ha un altro elemento che la rende speciale nella sua esperienza torinese: è stato in gran parte finanziato dal supporto della clientela, tramite il crowdfunding. Prima dell’apertura della bottega, era possibile dare il proprio contributo pre-acquistando online i servizi di Barberino’s, con uno sconto del 50%.

Non è la prima volta che la start- up punta su un’iniziativa del genere: l’estate scorsa una campagna di raccolta fondi sul portale mamacrowd, aveva garantito all’azienda 1.25 milioni di nuovi capitali. Ciò è possibile grazie alla cura dedicata al cliente e allo sviluppo di una vera e propria community: i ricavi di Barberino’s derivano all’80% da visitatori ricorrenti, persone che si fidelizzano al brand e utilizzano di frequente i suoi servizi.

“Già diverse persone ci avevano scritto sui social chiedendoci di aprire a Torino. Abbiamo quindi pensato di coinvolgere attivamente la nostra community: brand e clienti che lavorano insieme ad una nuova apertura” è il commento degli ideatori del progetto, Giorgio Colucci, direttore del negozio torinese, e Alessia Marzocchini, social media manager di Barberino’s.

Ad aiutare in questo percorso, anche un occhio sempre attento alle dinamiche della realtà che stiamo vivendo. Barberino’s ha infatti esportato anche a in Piemonte l’iniziativa dedicata a chi in questi mesi ha combattuto in prima linea contro il Covid-19. “Servizi Sospesi” è il modo con cui la start-up ringrazia medici, infermieri e operatori sanitari della provincia di Torino, omaggiandoli di 1000 tagli e 1000 trattamenti per la barba. Le donne avranno la possibilità di passare il tesserino al proprio partner. Inoltre, come spiegano i promotori i negozi sono già a misura di Covid, perché hanno superfici più ampie rispetto alla media e adottano tutte le attenzioni per ridurre i contatti e quindi i possibili contagi.

Insomma, il senso di community tra la clientela, è al centro del progetto di Barberino’s, come spiegato proprio sul profilo su Mamacrowd, è lo strumento di marketing principale dell’azienda, che trae le sue energie dal passaparola e dalle recensioni positive.

Visto il successo riscosso dal modello Barberino’s, chissà che in un momento così particolare per il nostro paese, il crowdfunding e la partecipazione della clientela nei progetti di piccole e medie imprese, non possa diventare uno strumento diffuso per aiutare la ripartenza anche in altri settori.

Quello dell’impresa è stato une dei settori che più hanno sofferto il dramma della pandemia: serrande giù da mesi, lavoratori in cassa integrazione e sussidi statali che faticano ad arrivare sono realtà con cui le aziende fanno i conti quotidianamente. Ma c’è chi ha studiato nuove possibilità per resistere, ed è riuscito addirittura a diventare più grande.

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