Pensare di ripartire con la pandemia da Covid-19 in corso è un progetto ambizioso, ma si può tentare. Per farlo bisogna capire cosa ha lasciato il coronavirus nei diversi ambiti dell’economia e della società, e quale impatto ha avuto sulle persone. I lockdown messi in atto per fronteggiare l’emergenza sanitaria hanno lasciato le città vuote, i bar, i ristoranti e i negozi chiusi, i teatri, i cinema e i concerti senza spettatori. Le persone si sono mosse meno, hanno dovuto escludere i viaggi all’estero e hanno deciso di visitare località vicine. Le limitazioni delle attività sportive hanno sospeso allenamenti e competizioni.
Uno stand-by che, in Italia come nel mondo, si è fatto sentire. I dati Eurostat registrano, nel 2020, un calo del Pil nel nostro paese dell’8,33%, contro una media europea del 6,71%. Diminuisce la produzione nazionale e, parallelamente, aumentano le inquietudini delle persone. Il sondaggio What worries the world? di Ipsos del novembre 2020 mostra che a preoccupare di più gli italiani non è il contagio da coronavirus (52%) ma la disoccupazione (59%) conseguente alla sospensione delle attività.
Ma al di là dei dati ci sono sempre le storie di persone. Un pezzo di mondo che noi di FuturaNews abbiamo deciso di conoscere tramite un’inchiesta collettiva partecipata.
Attraverso la compilazione di un form, vogliamo che le persone ci raccontino la loro ripartenza: come si sono adattate ai tempi del coronavirus, quali sono stati i problemi e quali le opportunità, se questo particolare periodo le ha obbligate a reinvertarsi, in tutto o in parte. Le voci che vogliamo ascoltare sono quelle di chi lavora (o ha lavorato) nei settori del turismo, del commercio, dell’intrattenimento, dello sport, dello spettacolo.