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La mobilità sostenibile torinese tra incertezze e primati

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Nessuna marcia indietro sulla mobilità sostenibile, anche se qualcosa può essere rivisto. Una battuta della sindaca Chiara Appendino sulla necessità di approfondire il piano urbano del traffico di Torino alla luce dell’emergenza Covid spinge l’assessora ai trasporti della città di Torino Maria Lapietra a un intervento per chiarire che sulla nuova ZTL “Torino Centro Aperto” non c’è nessun dietrofront, ma solo la necessità di tenere conto di “esigenze radicalmente modificate” con l’emergenza Covid-19. E così, mentre la Città, nella Giornata mondiale dell’ambiente, può celebrare il suo primato sul geofencing e la gestione della mobilità delle auto ibride, si conferma che, sotto la Mole, la mobilità urbana continua a essere un nodo complesso da sciogliere.

Ieri, l’assessore torinese ha ribadito all’Ansa: “Non c’è nessuna retromarcia sul progetto Torino Centro Aperto. Non abbiamo messo la Nuova Ztl nel cassetto, andiamo avanti. Potrà cambiare al massimo qualche formulazione, legata a una mobilità più flessibile”. A Jacopo Ricca, su Repubblica Torino, Lapietra ha spiegato di essere pronta a dimettersi se Torino rinunciasse a un piano per la mobilità sostenibile, ha ribadito che a settembre servirà un modello diverso che permetta di gestire gli accessi a seconda delle fasce orarie, ma ha sottolineato: “In eredità alla prossima Giunta non voglio lasciare per forza Torino Centro Aperto ma una infrastruttura tecnologica che permetta di modulare il traffico in una fetta importante e molto frequentata della Città”.

Il progetto Torino Centro Aperto, come si sa, prevede la possibilità di entrare nell’area Ztl senza pagare nulla se si ha un’auto ecologica, oppure pagando fino a un massimo di cinque euro in base alle reali emissioni dell’auto per la sosta in superficie. Ma determinante sarà proprio il fattore tecnologico su cui l’amministrazione scommette e che in questi giorni ha regalato a Torino un piccolo primato mondiale, come apripista di un progetto pilota.

Si chiama “Turin Geofencing Lab” e mira a incentivare la circolazione urbana “pulita”. Una sperimentazione made in Torino che coinvolge il Comune, l’azienda Fca -Fiat Chrysler Automobiles –  e le auto ibride plug-in all’interno delle Ztl con il fine di abbattere le emissioni di CO2 e di particolato. 

Ztl a Torino

Il via è arrivato dal gruppo Fca che ha siglato un accordo di collaborazione con l’assessorato ai Trasporti, Infrastrutture e Mobilità di Torino. Un’iniziativa per sperimentare, all’interno della viabilità urbana, soluzioni tecnologiche per integrare la mobilità elettrificata con le infrastrutture per la gestione delle zone a traffico limitato.

Geofencing

 Il progetto, annunciato dalla sindaca Chiara Appendino su twitter due giorni prima della Giornata mondiale dell’Ambiente di oggi 5 giugno, si inserisce in un contesto di trasformazione delle città in aree smart – per la connessione e il dialogo tra i diversi mezzi di trasporto – e green, per ridurre l’impatto ambientale tramite un crescente impegno sulla mobilità elettrica. La sperimentazione riguarderà inizialmente le Jeep Renegade ibrida plug-in, veicoli in grado di riconoscere preventivamente le zone a traffico limitato, spegnere il motore termico e attivare la modalità 100% elettrica in modo automatico.

Il sistema montato su queste autovetture, automatico e provvisto di sensori a bordo integrati, è in grado di riconoscere l’ingresso nelle zone Ztl di Torino e commutare automaticamente l’alimentazione da termica a elettrica. Il sistema infotelematico di bordo modificato avvisa il guidatore che è entrato in una zona a traffico limitato. Il messaggio compare sullo schermo del dispositivo specifico del progetto montato all’interno della vettura. Questo sistema spinge il guidatore a servirsi della propulsione elettrica piuttosto che di quella ibrida. Turin Geofencing Lab, in questo senso, rappresenta una sorta di forzatura a fin di bene per insegnare ai guidatori a rendersi conto delle potenzialità non inquinanti dei propri mezzi, spesso disattese.

L’obiettivo è concludere i test e le attività di definizione delle soluzioni tecnologiche per la fine dell’anno e iniziare a offrire ai clienti la possibilità di acquistare i dispositivi a partire dal 2021.

Una volta conclusa la sperimentazione e calibrata la tecnologia, Fca proporrà il progetto ad altre amministrazioni. Sia italiane che estere. L’ambizione è quella di concludere i test e le attività di definizione delle soluzioni quanto prima. Per poter estendere il servizio a tutti i modelli ibridi in gamma. 

RICCARDO LIGUORI

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