“Non sarà certo un vetro a separarci” scrive il Mufant su Facebook. La riapertura del museo dopo quasi tre mesi di chiusura è fatta di plexiglas, macchinari per la sanificazione, separatori e tante novità. Prima di tutto quelle legate alla sicurezza del pubblico, con il personale che accoglie i visitatori misurando la temperatura e accertandosi dell’utilizzo di mascherine e guanti. Poi ci sono le novità che il Museo della Fantascienza e del Fantastico di Torino, chiuso dall’8 marzo, ha elaborato in questi mesi di lockdown: “Abbiamo utilizzato questo periodo per lavorare a bandi e progetti, costruendo relazioni con i nuovi partner con cui collaboreremo” spiega Davide Monopoli, codirettore del Mufant di Torino. Per mantenere un dialogo continuo con i visitatori anche a distanza, il team del museo, composto da 8 persone, ha deciso di portare online ciò che non era possibile raccontare dal vivo, con video scherzosi e di approfondimento sui social.
“La dimensione del feticcio e dell’oggetto è una questione centrale: osservare e toccare qualcosa dal vivo è fondamentale per tutti i musei, ma per il nostro ancora di più. Poter vedere è l’elemento centrale di tutto l’immaginario fantastico” spiega Silvia Casolari, fondatrice del Mufant. Nei romanzi e nei film su fantascienza, fantasy e horror c’è sempre qualcuno che va verso un altrove – che sia un pianeta o l’aldilà – e quando torna da quel mondo ignoto porta una testimonianza, una prova del suo viaggio. Il genere si occupa da sempre anche di scenari apocalittici o post-apocalittici, molto attuali in questo periodo di pandemia: “Pensavamo di dedicarci al tema a novembre, perché si tratta di qualcosa di molto delicato – spiega Monopoli – Durante il lockdown abbiamo parlato con vari esperti e abbiamo molto materiale da raccogliere in mostre, rassegne cinematografiche e fumetti. La storia di Dracula, per esempio, è anch’essa una storia di pandemia”.
Per adesso e fino alla fine di giugno c’è la mostra Back to the Future, dedicata alla famosa trilogia cinematografica. Poi sarà la volta del festival Loving the Alien, il progetto di riqualificazione urbana e sociale dedicato all’alieno e all’altrove realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale onlus Altra Mente. Infine l’evento dedicato al manga giapponese Sailor Moon: un passo importante per il museo, che duplicherà gli spazi dedicati alle mostre temporanee e ospiterà una delegazione dal Sol Levante, sempre che tutto si sblocchi. In lavorazione, al momento, un cinema all’aperto nel Parco del Fantastico, per rendere ancora più viva l’esperienza all’esterno del museo, anche grazie alle installazioni ferree poste nel giardino. A partire da novembre l’attenzione sarà rivolta alla dimensione del contagio.
Articolo tratto dal Magazine Futura uscito il 3 giugno 2020. Leggi il Pdf cliccando qui