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Agriturismi in Piemonte, prime luci in fondo al tunnel dopo la quarantena

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Nel settore primario si è parlato molto dei problemi legati alla forza lavoro nei campi per la raccolta. Perdite consistenti sono toccate però anche agli agriturismi, attività divise tra due aree che hanno visto quasi azzerati i ricavi in questi mesi di quarantena: la ristorazione e il turismo. In Piemonte ci sono 1316 agriturismi che contribuiscono in modo significativo alle voci di presenze e arrivi sul territorio regionale. Gli aiuti previsti per chi lavora in quest’ambito sono i 600 euro erogati dall’Inps agli autonomi e i 2500 euro per ogni attività del Bonus Piemonte, approvato pochi giorni fa dalla Commissione Bilancio e atteso entro questa settimana. Ai Comuni è stata chiesta l’eliminazione della tassa sui rifiuti 2020, come forma di sostegno, dal momento che le attività sono state finora quasi completamente ferme.
Per ripartire si punta però su ciò che rende unici gli agriturismi rispetto a ogni altra struttura ricettiva o di ristorazione, come dichiara il presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo: “Ci aspettiamo mesi difficili, ma qualcosa ha iniziato a muoversi: nelle scorse settimane alcuni agriturismi di Campagna Amica hanno fatto consegne a domicilio. Qualche giorno fa è stato chiarito che anche queste strutture, al pari degli alberghi, possono offrire ospitalità a chi per necessità dovesse spostarsi. Gli agriturismi hanno il punto di forza di essere in campagna e di avere spazi ampi a disposizione. Mangiare sano e fare attività all’aperto sono un’opzione interessante per i prossimi mesi estivi”.
Gli ultimi dati sul turismo in Piemonte, aggiornati al 2018, parlano di oltre 15 milioni di presenze, con una componente estera del 44%. Il settore enogastronomico rischia di essere duramente colpito dall’azzeramento del turismo straniero, ma per il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu, l’incertezza va affrontata e non subita: “Sono certo che la dinamicità delle aziende agrituristiche saprà contrastare le perdite. Ho fiducia che si riorganizzeranno in maniera rapida, magari anche anticipando la legislazione. Troppe regole in alcuni casi hanno avuto come effetto quello di ingessare”.
A livello nazionale è anche stata lanciata la proposta di utilizzare le fattorie didattiche degli agriturismi come strutture per l’assistenza di bambini e ragazzi. Una possibile soluzione per i genitori che lavorano, ma anche per i più piccoli per riscoprire la natura dopo mesi di reclusione forzata in casa.

Tavolo del latte oggi in Regione
Nella giornata di oggi, 18 maggio, è previsto un incontro molto atteso da Coldiretti con l’assessorato regionale all’Agricoltura. A marzo, all’inizio dell’emergenza Coronavirus, era stata denunciata la diminuzione dei compensi agli allevatori piemontesi da parte di alcuni caseifici. Una mossa speculativa, secondo Coldiretti, in un momento in cui la richiesta al dettaglio di beni come latte e formaggio certo non è in calo. Alla Regione è stato chiesto di farsi garante di un patto all’interno della filiera e di fornire i dati relativi al latte importato dall’estero in Piemonte. Un’informazione importante per avere un quadro più chiaro dell’accaduto. Si attendono quindi risposte su questo punto, ma secondo Coldiretti altri nodi restano da sciogliere con la Regione. “Il piano di sviluppo rurale, ad esempio, è uno dei temi ancora irrisolti, abbiamo le misure per l’agricoltura di montagna finanziate solo al 50%” sottolinea in conclusione il presidente Moncalvo. “Il commissario europeo garantisce la massima flessibilità, ma da parte dell’assessorato manca ancora una trattativa forte con Bruxelles, le richieste per accedere ai fondi devono ancora essere formulate”.

LUCA PARENA

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