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“Artisti Di Casa”: dipinti, foto ed esibizioni via social per combattere la noia

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L’arte per sua natura va controcorrente. Oggi combatte contro l’immobilità e l’incertezza del periodo chiamato Coravirus. La sfida è ardua ma gli artisti non si fermano e riorganizzano i propri progetti e le proprie performance in modo del tutto innovativo. Con questo spirito è nata l’iniziativa social “Artisti Di Casa” che si propone di dare voce ai tanti talentuosi costretti in casa dal virus.

Logo Artisti Di Casa

Tante le persone che stanno aderendo in tutta Italia, dal Trentino alla Sicilia, inviando le proprie opere da postare sulle pagine Facebook e Instagram del progetto: da dipinti, disegni e fotografie a testi letterari, poetici e componimenti musicali. Spazio anche a costruzioni artistiche e opere di bricolage, performances circensi e giochi di magia, largo alla fantasia senza nessuna limitazione. Ogni esibizione viene pubblicata con il vaglio di una redazione composta da sei giovani, sparsi “nelle loro case”, insieme all’ideatore dell’iniziativa, l’attore e regista bolognese Alessandro Leo.

Il giovane artista ha deciso di trasmettere un messaggio positivo di aggregazione attraverso un progetto che diventi anche vetrina per giovani colleghi, proprio in un momento così complicato. Leo nasce come attore, ma da un anno a questa parte sta approfondendo la sua passione per la macchina da presa, da cui è nato il cortometraggio “Indescrivibile“, che lo vede coinvolto come regista e attore co-protagonista. Ha studiato alla Scuola di Teatro Colli di Bologna e ha frequentato importanti laboratori cinematografici anche con Giancarlo Giannini, con una partecipazione nel 2016 per la tv ne “Il Fulgore di Dony”, sotto la regia di Pupi Avati.

 

“Il lockdown di 3 settimane fa ha bloccato diversi progetti in partenza – racconta Leo –  e come i miei, anche di tanti altri artisti. Quindi perché non dare un piccolo palcoscenico a queste persone? Spero che chi vi partecipa, si senta spronato ad utilizzare la propria arte per combattere noia e malumore”.

VALERIA TUBEROSI

 

 

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