La Campania affronta l’ennesima sfida nel campo sanitario: questa volta il nemico arriva dall’esterno e si chiama Covid-19, ma il sistema sente ancora il peso della prima battaglia, quella contro i problemi amministrativi. Infatti, solo il 9 dicembre scorso tutta la sanità campana è uscita dal commissariamento che si dilungava dal 2007. Una sfida, data dalla diffusione del coronavirus, che per adesso si concentra nel tenere i numeri sotto controllo. Secondo il comunicato dell’unità di crisi della regione, pubblicato alle 22 e 30 di ieri, martedì 17 marzo, in Campania i casi positivi sono arrivati a 554, con un innalzamento solo ieri di 94 casi. La provincia più colpita continua ad essere quella di Napoli, con 281 casi, a cui seguono Caserta con 68, Salerno con 65, Avellino con 56 e Benevento con solo 4 tamponi risultati positivi. Numeri che preoccupano il presidente della regione, Vincenzo De Luca, che sottolinea però due dati positivi: la Campania presenta la percentuale più bassa di decessi, il 2,7% con 9 decessi negli ultimi 20 giorni, ma soprattutto il numero di posti occupati in terapia intensiva, fermi a 22.
Durante le sue ultime comunicazioni, il presidente De Luca ha avuto un atteggiamento duro nell’affrontare i cittadini con meno senso civico: “Il piano di emergenza che abbiamo preparato in caso di picco di contagi potrà funzionare solo se ci sarà la massima collaborazione dei cittadini. Vi è un’ordinanza che prevede che non si possa circolare liberamente per le strade, se non per motivi di urgenza. Quello che è vietato è passeggiare. Abbiamo avuto una comunicazione estremamente confusa anche da parte di organi del governo nazionale. L’ordinanza nazionale prevede che chi va in giro senza motivi di urgenza è passibile di 3 mesi di carcere e di un’ammenda fino a 206 euro. Tuttavia, queste misure non vengono ancora messe in atto dalle forze di polizia e dai vigili urbani. Anzi, abbiamo sentito qualche comunicazione assolutamente sbagliata da Roma, perfino dal ministero dell’Interno, e cioè che si può passeggiare, purché si mantenga un metro di distanza. Questa è una idiozia. Non si può camminare per strada senza ragione motivata. Per questo, sto preparando un’ordinanza che non solo vieta di passeggiare per strada, ma costringerà tutte le persone individuate a circolare senza motivo a una quarantena di 15 giorni”.
De Luca, nel frattempo, ha inoltrato una richiesta da parte dei comuni per l’aumento delle forze dell’ordine, e nei termini di bisogno, anche di forze militari: “C’è la necessità di avere sul territorio unità delle Forze Armate a supporto delle Forze dell’Ordine, cui va il riconoscimento del grande sforzo organizzativo e di efficienza che sta assicurando su ampie aree del territorio per il rispetto delle misure sanitarie adottate”.
Una richiesta che ha riaperto le discussioni tra il presidente della regione e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il primo cittadino ha attaccato l’autorità regionale sulla mancanza di strumenti all’interno degli ospedali della zona: “Abbiamo pochi medici, soprattutto di rianimazione, e pochi infermieri. Hanno lasciato i nostri eroi a combattere con un esercito non grande e con poche armi. Ecco perché dobbiamo adesso noi tutti ridurre gli effetti del contagio altrimenti un virus di per sé poco letale, seppur molto aggressivo e contagioso, rischia di fare un bilancio drammatico per mancanza di posti letto dovuta ad evidenti responsabilità politiche e istituzionali coloro che hanno smantellato la sanità pubblica, che hanno fatto affari con essa, che hanno prevalentemente favorito interessi privati, sono criminali”.
La risposta di De Luca non si è fatta attendere: “È previsto un investimento da 20 milioni di euro per l’acquisto del materiale e attrezzature utili ai posti letto aggiuntivi. È una riorganizzazione imponente che ha bisogno anche di personale e tecnologie. Stiamo lavorando con i direttori generali per far sì che i tempi di attuazione siano rapidi. Abbiamo bisogno anche di 1600 tra medici infermieri e operatori socio-sanitari”. Nel frattempo ieri è stato annunciato lo studio per una probabile terapia al virus. Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, ha annunciato che il prossimo giovedì partirà uno studio di fase II sul farmaco “tocilizumab” già approvato contro l’artrite, su cui vengono dati preliminari molto promettenti. Lo studio vedrà il coinvolgimento di 330 pazienti per valutare il possibile impatto del farmaco. Nel frattempo rimangono sotto esame i centri di riferimento: l’ospedale Cotugno, l’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona e l’ospedale Moscati di Avellino.
Per l’emergenza coronavirus la redazione di FuturaNews si è organizzata per lavorare diffusa sul territorio di appartenenza degli studenti giornalisti praticanti del Master Giorgio Bocca, che ha attivato la formazione a distanza.
Per questo le notizie locali dal 12 marzo saranno firmate dai nostri “corrispondenti”, sparsi dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia Romagna alla Toscana, dal Lazio alla Campania fino alla Puglia e al Friuli Venezia Giulia.
Dal nostro corrispondente