“Siamo consapevoli che possiamo ricostruire il Salone in tempi rapidi”. Elena Loewenthal, autrice, traduttrice e neodirettrice del Circolo dei Lettori di Torino, assicura che il Salone del Libro è stato soltanto rimandato in attesa di un miglioramento dell’emergenza coronavirus, ma tornerà appena sarà possibile.
Perché siete arrivati alla decisione di rimandare il Salone?
Abbiamo deciso di spostarlo perché le circostanze sono quelle che sono sotto gli occhi di tutto il mondo e preferiamo aspettare che la situazione migliori.
Avete già in mente alcune date?
Abbiamo deciso di non dare al momento una data alternativa. Il Salone del Libro si farà, ma vogliamo programmarlo in un momento in cui ci saranno degli orizzonti un po’ più chiari nitidi e meno nebulosi. Siamo consapevoli che possiamo ricostruire il salone in tempi rapidi. Aspettiamo di veder ristabilire la situazione prima di dare una data certa in cui poter aprire le porte del Salone.
Sarà uno degli eventi che aiuteranno ad uscire da questo periodo e a pensare a come sarà il futuro?
Certo, sarà sicuramente un evento molto atteso.
Due mesi fa è stata nominata direttrice del Circolo dei Lettori. Cosa può dire della sua esperienza in questo periodo?
In realtà sono operativa solo da un mese, ma posso dire che è un posto meraviglioso, come anche la squadra di lavoro. Il Circolo ora è chiuso per l’emergenza, riprenderà appena possibile le sue attività, anzi non le ha mai interrotte, perché stiamo lavorando, soprattutto i ragazzi del digitale, per accompagnare i torinesi, i piemontesi e gli italiani in questa quarantena con i libri, le parole e la cultura.
Anche con l’emergenza coronavirus la cultura non si ferma e il Circolo dei Lettori ha ideato da alcune settimane una serie di iniziative sui social. Stanno avendo successo?
La gente le segue e speriamo che tutto questo serva per fare in modo che le persone continuino a leggere anche finita l’emergenza e si capisca che la lettura non è l’ultima spiaggia, ma è una componente essenziale dell’essere umano.
Lei ha dedicato tutta la sua vita alla letteratura ebraica, Perché è importante leggere autori ebraici?
Io credo che sia importante leggere è studiare. La cultura ebraica è stata il mio campo di lavoro e prima ancora il mio campo di studi è una grande letteratura. Ma leggere è, come dicevo prima, una parte essenziale dell’uomo. Che siano autori ebrei o autori di altre letterature, la cosa fondamentale è farsi accompagnare lungo tutta la vita.
Proverà in futuro a farla conoscere di più anche attraverso il Circolo?
È quello che faccio da circa quarant’anni con la traduzione. Ora non voglio subissare il circolo di autori ebrei e israeliani, ma quando capiterà si farà, sulla base della qualità delle opere, seguendo il pubblico e il panorama letterario italiano e internazionale. Questa è la mia missione.
Lei collabora anche con la Stampa e Tuttolibri, come è trattata secondo lei la cultura nel mondo dell’informazione? Dovrebbe acquisire un ruolo più centrale?
Sono molto empirica e lavoro passo a passo con la materia che ho. Credo che la letteratura sia materia di vita e fare valutazioni di carattere morale non mi va. Il libro di per sé non è un volare. Ci sono molti libri brutti che non val la pena leggere. Quello che conta è il confronto con libri che cambiano la vita e che fanno vedere il bello o il brutto dell’esistenza, ma di per sé il libro non è un oggetto da adorare.
Cosa ne pensa della nuova legge sulla lettura?
Per quello che ho visto questa legge non è di carattere commerciale, ma promuove la lettura, le biblioteche scolastiche e può rappresentare un buon strumento per le scuole, i giovani e i bambini.
Il Circolo è un punto centrale della cultura torinese, avete in mente altri progetti per il futuro?
Stiamo lavorando al programma innanzitutto per la ripresa post-coronavirus, poi abbiamo nuovi progetti, ma siamo in una fase troppo embrionale per poterli raccontare.
La settimana scorsa il Premio Strega ha annunciato la dozzina di libri tra cui verrà scelta la famosa cinquina. Cosa ne pensa della selezione?
Penso che alcuni libri siano molto belli. Il Colibrì di Veronesi è un gran libro, come anche Almarina di Valeria Parrella. Non li ho ancora letti tutti, ma sono molto diversi tra di loro e vedremo cosa succederà.