Un’ambulanza della Croce Rossa, un taxi e un carro funebre nel cortile di Palazzo Lascaris. L’hashtag: #deciditucometornareacasa. Il messaggio è forte e chiaro.
Nel 2019 gli incidenti stradali sono stati 4.441, 303 in meno rispetto al 2018. Sono calati gli incidenti con lesioni: 1.566, meno 11,2%. Ad aumentare, però, sono stati gli incidenti mortali: 70 lo scorso anno, +18,6% sull’anno precedente: nel 2018 erano stati 59. La sicurezza stradale rimane un tema centrale per la vita delle persone.
Questa mattina, 21 febbraio, il Consiglio Regionale del Piemonte ha incentrato la seduta sulla sensibilizzazione per la campagna #sicuroèmorto, in collaborazione con la Polizia Stradale, in presenza di alcuni parlamentari piemontesi della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e di una folta delegazione di studenti del liceo classico Cavour.
A loro si è rivolto il presidente del Consiglio consiglio regionale Stefano Allasia, ponendo l’attenzione sulla telefonata che ogni genitore spera di non ricevere mai, e sull’importanza di non abusare di alcol e sostanze stupefacenti.
A raccontare la drammatica telefonata dal punto di vista del soccorritore è stata Maria Dolores Rucci, dirigente del Compartimento Polizia Stradale Piemonte e Valle D’Aosta: “In un incidente mortale che è costato la vita a una ragazza, prendiamo il cellulare della vittima ed esce “mamma”. Noi, vigili del fuoco, polizia, 118, ci passiamo il cellulare e ci chiediamo chi ha il coraggio di rispondere per dirottare la madre all’ospedale più vicino, dove scoprirà che la figlia non è in ospedale ma in camera mortuaria?”. Poi l’invito: “La vita è un bene essenziale, bisogna godersela, rispettando piccole norme di comportamento essenziali”.
Un’esortazione condivisa dal vice presidente della Giunta Fabio Carosso: “È importantissimo non bere, non drogarsi ed essere rispettosi della vita, perché è la vostra. Dopo quella telefonata i genitori piangono ma è la vostra vita, sono le vostre opportunità che correte il rischio di non avere. Meglio piuttosto tornare a piedi, in taxi, in bicicletta, o chiamare i genitori che verranno anche alle 3 di notte”.
Toccante la testimonianza di Alessandro Santagada, responsabile dell’Associazione Vittime della Strada di Torino e provincia, che nel 2002 ha perso il figlio di 29 anni in un incidente causato da un ventenne alla guida di un mezzo alla cui conduzione non era abilitato. Santagada ha ricordato che il 60% delle coppie che perdono il loro unico figlio si separano e il 3% si suicidano: “A distanza di molti anni ogni tanto questo triste pensiero mi passa ancora per la mente. Sono qui soltanto per lui, perché so che questo è il messaggio che vorrebbe darvi. La tragedia ha due facce: la seconda, meno conosciuta, è la fine che fanno i genitori e soprattutto chi vi ha dato la vita, vostra madre”. In chiusura un appello: “Abbiamo un senso sconosciuto e poco utilizzato: il sesto senso è il buon senso. Usarlo migliorerà la vostra vita e quella dell’intera società”.
La mattinata è proseguita con una lezione da parte di Giovanni Mistrangelo, sostituto commissario della Polizia di Stato, e Roberta Bonfiglioli, sovrintendente Polizia di Stato, in dialogo con Alessandro Aprato, chirurgo ortopedico specialista in traumatologia del Cto di Torino. Il messaggio conclusivo: la sicurezza stradale è una sicurezza partecipata, che non si può demandare del tutto alle istituzioni, ma cui tutti devono contribuire.