Atteso e temuto, sfidato dalle sardine torinesi, Matteo Salvini arriva al Lingotto di Torino. E indica la via per le elezioni comunali del 2021: un candidato sindaco “anche senza tessera di partito”. Senza altri elementi , visto che i tempi sono ancora lontani. Ma con un riferimento esplicito alla “società civile” che consente alla Lega di tenere in mano il pallino del gioco in una fase in cui alcuni osservatori lamentano che il Carroccio sia in affanno nella individuazione di candidati per le tante partite che si giocheranno nei prossimi mesi.
Il suo comizio di ieri sera, 13 febbraio, al Centro Congressi Lingotto ha raccolto centinaia di sostenitori, di cui molti sono dovuti restare fuori perché la capienza della sala è stata esaurita. “Vedere così tanta gente di giovedì sera, a Torino, mi fa ben sperare. Significa che la strada è quella giusta” ha esordito il segretario della Lega, ricordando le tradizionali difficoltà del suo partito a conquistare un consenso significativo in città.
L’appuntamento torinese dell’ex ministro dell’interno è arrivato all’indomani del voto favorevole del Senato per l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il caso Gregoretti. Salvini si è detto “sereno e fiducioso che il Tribunale di Catania proceda all’archiviazione”.
Per la tappa sotto la Mole del suo “Giro d’Italia” Salvini ha invitato a intervenire sul palco alcuni rappresentanti locali delle imprese e dei sindacati per parlare di lavoro, commercio e sicurezza. Nel suo intervento si è soffermato sulle strategie della Lega per i prossimi appuntamenti elettorali, dalle regionali del prossimo 31 maggio alle comunali del 2021 in grandi città come Roma, Milano, Torino, Bologna: “Bisogna coinvolgere la società civile. Ogni tanto occorre lasciare da parte gli interessi di bottega: il prossimo candidato sindaco di Torino potrebbe non avere nessuna tessera di partito in tasca”.
Sull’amministrazione del Movimento 5 Stelle Salvini ha dichiarato contrarietà rispetto alla politica dei “no”, pur dicendo di avere apprezzato Chiara Appendino nella vicenda dello sgombero dell’ex Moi: “Torino ha bisogno di tornare a correre, a lavorare. Non discuto il sindaco Appendino a livello personale, ma i no alla Tav, alle Olimpiadi, al Salone dell’Auto sono un freno per la città”.
Salvini ha messo il dito nella piaga delle divisioni che stanno mettendo in crisi l’esecutivo nelle ultime ore: “Renzi che diserta il Consiglio dei ministri e Conte che gli dà del maleducato. È un governo litigioso e inconcludente, è tutto fermo: Alitalia, l’Ilva, le autonomie, la giustizia. Noi stiamo lavorando per proporre un centrodestra concreto, compatto e allargato”.