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Una notte per le salvare le edicole, anche Torino aderisce

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In tutte le città e in tutti i paesi sono le luci che si accendono prima degli altri, dei bar, dei negozi, dei supermercati. Quelle delle edicole che la mattina verso le 6 iniziano il giro di consegna dei giornali e alzano le saracinesche. Le stesse luci che questa sera, 29 gennaio, resteranno accese eccezionalmente fino alle 23, in occasione della “Notte delle edicole“. Si tratta di un’iniziativa del sindacato dei giornalai (Sinagi) estesa a 40 città italiane. Un’apertura straordinaria volta a sensibilizzare l’opinione pubblica, il mondo politico e le amministrazioni comunali sull’importanza di queste attività sia dal punto di vista sociale sia culturale. Resistono ancora le edicole, anche se, secondo la federazione nazionale (Fenagi), i ricavi dalla vendita di quotidiani e periodici hanno subito un 10% di perdite nel 2019, il peggior dato dell’ultimo quinquennio.

Maria Barberio è la proprietaria dell’edicola di via Po 51, all’angolo con via Sant’Ottavio, vicina all’università, alle scuole e agli uffici del centro città. Questa sera sarà lei ad accogliere i clienti con un brindisi di benvenuto che sia di buon auspicio per il nuovo anno. “Questa serata è per dire ‘noi ci siamo!’ – racconta Barberio – Le edicole stanno chiudendo, 50 solo nell’ultimo anno, un po’ per colpa dell’online, un po’ per gli abbonamenti. Il 70% del venduto, però, passa da qui, siamo una vetrina dell’editoria: io ho una clientela fidelizzata, l’età media è dai 40 anni in su. Sono amica di tutti, io sono nata, vissuta e cresciuta qua”. Quello che più preme agli edicolanti, secondo le parole della donna, è rinnovare una tipologia di contratto nazionale vecchio di 30 anni. E’ di ottobre la raccolta firme partita su volontà del sindacato nazionale per “salvare le edicole” e chiedere che venga a loro destinata parte dei fondi pubblici per l’editoria. Il Sinagi e gli edicolanti chiedono anche un nuovo accordo nazionale.

In un panorama complesso come questo c’è chi ha preso una decisione controcorrente: si tratta di Federica Ciampa, geometra di 27 anni, neomamma del piccolo Alessandro di 8 mesi, che ha rilevato l’unica edicola di Nole, paese di 7mila abitanti del basso canavese. Una volta si chiamava “Il Quadrifoglio”, ora il nome è “Carta&Penna” e, non fosse stato per Federica, avrebbe chiuso i battenti a fine 2019. Nei centri più piccoli, ancor più che nelle città dove difficilmente le persone hanno tempo di fermarsi a fare una chiacchierata nel negozio sotto casa, l’edicola non solo sopravvive, ma è una delle parti più vive del posto. «In questi primi giorni – racconta Federica – mi sono resa conto che l’edicolante è un punto di riferimento per la comunità. E quando si è manifestata questa opportunità, grazie anche al sostegno e al supporto di mio marito Andrea, che tra l’altro è un giornalista, mi sono detta: perché non provarci? Credo che nel 2020 sia inaccettabile che un paese rimanga senza edicola. E poi sono giovane, i sacrifici non mi spaventano”.

Federica Ciampa, nuova proprietaria dell’Edicola “Carta&Penna” di Nole

VALERIA TUBEROSI

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