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Accordo tra Fca e Psa, elettrico e innovazioni diesel i campi più promettenti

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Era nell’aria da fine ottobre, da ieri 18 dicembre l’accordo tra Fiat Chrysler Automobiles (Fca) e Groupe Psa (formato tra gli altri dai marchi Peugeot, Citroën e Opel) è diventato realtà. Per perfezionare il “combination agreement” firmato da Mike Manley e Carlos Tavares, amministratori delegati delle due parti, occorreranno ancora tra i 12 e i 15 mesi di lavoro, ma la strada verso la fusione è tracciata. L’unione Fca-Psa dà vita al quarto costruttore automobilistico mondiale dopo Volkswagen, Toyota e Renault-Nissan, il terzo per fatturato.

La sede legale del nuovo gruppo sarà in Olanda e l’accordo darà vita a un Consiglio di amministrazione formato da undici membri: cinque nominati da Fca con il presidente John Elkann in testa, sei nominati da Psa con Carlos Tavares nel ruolo di amministratore delegato. All’interno del cda è prevista la presenza di due rappresentanti dei lavoratori, uno per ciascun gruppo: un’apertura innovativa rispetto alla struttura di comando storicamente verticale della Fiat, salutata positivamente dai sindacati con la richiesta che siano gli stessi lavoratori a eleggere i loro portavoce.

“Tecnologia per elettrico e motori diesel, i maggiori benefici per Fca”

“È la conferma di una tendenza alla concentrazione in corso da anni. Già nel 2008 Sergio Marchionne aveva affermato che nel mondo ci sarebbe stato spazio solo per sei o sette costruttori” ricorda Pier Paolo Patrucco, professore associato al Dipartimento di Economia e Statistica dell’Università di Torino, dove insegna Economia dell’industria e dell’impresa. “La posizione internazionale di Fca negli ultimi anni è migliorata. Il rilancio di marchi come Alfa Romeo e Maserati ha avuto un peso importante in questo senso. L’accordo porta competenza e tecnologia nel campo dell’elettrico, che Fca sta sviluppando solo di recente. Non sottovaluterei però anche le innovazioni nella motorizzazione diesel, settore dove ci sono margini di miglioramento non secondari”.

Una storia di alleanze

L’accordo sulla fusione con Psa è l’ultimo riuscito esempio di una lunga serie di alleanze nella storia della Fiat, molte solo tentate alcune concluse con successo. Nel 2010, l’allora amministratore delegato Sergio Marchionne aveva portato a buon fine l’acquisizione della statunitense Chrysler, culminata nella nascita di Fca nel 2014. Per ragioni storiche e geografiche le aziende francesi sono però quelle con cui Fiat ha cercato più spesso delle forme di collaborazione. Meno di sei mesi fa era naufragata l’ipotesi di fusione con Renault, ma già nel 2012 c’era stato un tentativo di Fiat verso Peugeot. Allora le trattative si erano chiuse sul nascere, oggi hanno portato alla firma di un accordo carico di promesse.

LUCA PARENA

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