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Andrea Mantegna a Palazzo Madama: come l’antico diventa moderno

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“La grandezza di Mantegna sta nel fatto che la sua arte non lascia spazio ad incertezze e cadute”, così ieri, 11 dicembre, Sandrina Bandera, una dei curatori della mostra “Andrea Mantegna. Rivivere l’antico, costruire il moderno” ha presentato alla stampa e alla città l’artista che, da oggi fino al 4 maggio 2020, sarà ospitato a Palazzo Madama.

L’esposizione si trova al Piano Nobile del monumento torinese ed è divisa in sei sezioni, che raccontano il percorso artistico ed intellettuale del grande pittore dei Gonzaga, dagli esordi giovanili alla nomina di artista di corte a Mantova.

Secondo i curatori Sandrina Bandera, Howard Burns e Vincenzo Farinella, “l’arte mantegnesca ha avuto sempre un enorme successo tra i suoi contemporanei. I letterari lo hanno celebrato fin dalle prime opere. I ritratti sono essenziali come sculture, e lo stesso Giovanni Santi, padre di Raffaello, lo esalta per come riesce a dare forma mirabile ad un’idea”.

Per meglio comprendere Mantegna bisogna considerare la complessità di rapporti e d’interazioni culturali. “È necessario informarsi sulle circostanze nelle quali furono realizzate le sue opere – hanno continuato i curatori – e anche sulla cultura, sull’ambiente e sulla personalità del pittore, che era molto influenzato dagli intellettuali della sua epoca ma soprattutto dagli antichi”.

Ma qual è il rapporto di Mantegna con gli antichi e con i moderni? “A lui non interessava il bello ideale, ma voleva rappresentare la morale degli artisti classici. Comincia ad apprezzare l’antichità attraverso i libri di Leon Battista Alberti e le opere di Cicerone. Per la costruzione delle sue forme invece guarda con attenzione a Donatello, che replica in pittura e scultura”. Secondo Sandrina Bandera, senza Mantegna non sarebbe stato possibile pensare il Rinascimento per come lo conosciamo: “Mantegna si spegne esattamente quando inizia il periodo più fiorente e Michelangelo e Leonardo dipingono i loro lavori più importanti, che devono molto all’artista dei Gonzaga”.

La mostra conta 134 oggetti, tra cui 17 lettere, non solo del pittore rinascimentale, ma di tutti coloro che hanno interagito con lui e lo hanno influenzato, da Donatello, ad Antonello da Messina, ma anche Paolo Uccello, Giovanni Bellini e Correggio. Le opere arrivano a Torino da alcuni dei più grandi musei del mondo, come il Victoria and Albert Museum, la National Gallery di Londra, il Louvre, il Metropolitan Museum di New York, il Kunsthistorisches di Vienna, le Gallerie degli Uffizi, la Pinacoteca di Brera e il Museo di Capodimonte.

Di Mantegna saranno esibiti 19 dipinti, un bronzetto, otto opere grafiche e nove lettere. Inoltre, nella Corte Medievale al piano terra di Palazzo Madama è stata istallata una sezione immersiva: con tre grandi schermi, i visitatori potranno entrare nei luoghi e nelle opere di Mantegna, così da rendere accessibili anche i capolavori che, per la loro natura o per il delicato stato di conservazione, non possono essere presenti in mostra, dalla Cappella Ovetari di Padova alla celeberrima Camera degli Sposi, fino al grande ciclo all’antica dei Trionfi di Cesare e al Cristo morto, conservato alla Pinacoteca di Brera.

Ecco alcune delle opere che sarà possibile ammirare in mostra:

JACOPO TOMATIS

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