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Le sette madamin
Chi sono le donne in testa al movimento Sì, Torino va avanti?
- Simonetta Carbone, esperta in pubbliche relazioni
- Roberta Castellina, architetta
- Donatella Cinzano, creativa pubblicitaria
- Roberta Dri, art director
- Patrizia Ghiazza, cacciatrice di teste
- Giovanna Giordano, informatica
- Adele Olivero, avvocata
Ecco le sette madamin del movimento favorevole alla linea ad alta velocità. Non tutti, però, conoscono il dialetto piemontese: che cosa significa il termine “madamin”? Non si tratta di un titolo aristocratico, ma di un modo gentile per rivolgersi a una signora nel rispetto di un Galateo non scritto, ma condiviso, che impone di far precedere il cognome di una donna da questo cortese appellativo.
Le sette ragioni delle madamin
Dopo le dovute presentazioni, è necessario parlare del programma del movimento: ecco i sette sì delle madamin.
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Il commento: “Senza la politica la critica non si trasforma in alternativa”
Dopo quattro manifestazioni che negli scorsi mesi hanno visto scendere in piazza migliaia di cittadini a fianco delle madamin, la proposta di un sit-in ieri sera, 26 giugno, davanti a Palazzo Civico ha ottenuto pochissimo seguito. La richiesta di un ruolo per Torino nell’organizzazione dei Giochi olimpici invernali 2026, appena assegnati a Milano e Cortina, non ha convinto per ragioni precise: “Era più che prevedibile – ha commentato Cristopher Cepernich, professore del Dipartimento di Culture, politica e società dell’Università di Torino – Le Olimpiadi avrebbero potuto essere un’occasione, ma non sono una priorità dei torinesi. Il movimento Sì Tav ha saputo cogliere e alimentare l’insoddisfazione della città per la sindaca e la sua giunta, ma queste fasi di effervescenza si spengono con la rapidità con cui si accendono. Alla fine, il limite tangibile della lamentazione è la mancanza di politica, che trasforma la critica in alternativa praticabile. Quello che volevano dire i cittadini l’hanno detto e dopo, forse, si sarebbero aspettati azioni incisive che non ci sono state”.