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Questa piccola, sconosciuta, tiroide. La divulgazione scientifica passa anche dai pazienti

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Guido Cappello ha scoperto il suo tumore alla tiroide per caso. Nel 2010 Guido aveva ventisei anni e un po’ di mal di gola (dovuto a una semplice influenza). Visitandolo, il medico di base ha sentito un nodulo alla altezza del pomo d’Adamo. La tiroide è una ghiandola che regola l’energia di tutto l’organismo svolgendo una serie di funzioni vitali come la regolazione del metabolismo, la produzione di calore, il controllo del ritmo cardiaco, lo sviluppo del sistema nervoso, l’accrescimento corporeo e la forza muscolare. Il tumore tiroideo è raro e il tasso di sopravvivenza è del 93%, ma per il restante 7% la sottovalutazione della malattia rappresenta un problema centrale.
È quello che ha capito Guido dalla sua esperienza: “Ho fatto un sondaggio su 860 persone. Il 94% non aveva mai ricevuto alcuna informazione sulla patologia”, confessa. Dopo la sua esperienza, Guido Cappello ha portato avanti una petizione arrivata fino al direttore della Rete oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta, il dottor Oscar Bertetto. “Non c’è prevenzione senza informazione. La mia iniziativa nasce per questo. È stata recepita dall’Humanitas Gradenigo e dalla rete Oncologica che la sta trasmettendo nella rete delle strutture sanitarie”, continua Cappello.
“Il tumore tiroideo è asintomatico”, ammette il professore di endocrinologia e metabolismo Fabio Orlandi, “Esistono almeno quattro tipologie diverse di patologie: papillare, follicolare, midollare e anaplastico. Colpisce in media le persone di mezza età, tra i trenta e i cinquant’anni, ma troviamo anche casi su anziani e in età pediatrica. Fortunatamente, questi riescono ad essere individuati con esami genetici”.
Il caso di Guido è stato trattato con una terapia antica ma moderna nello stesso tempo: l’ablazione con iodio radioattivo. “La sperimentazione risale agli anni ’40 e fu il primo caso di target therapy” commenta il professor Orlandi. “Questo è dovuto alla particolare capacità delle cellule tiroidee di assorbire lo iodio e tutto ciò che ne è simile. Non è fortuito che si ebbero numerosi casi di tumore dopo l’incidente di Chernobyl”. Questa terapia, alternativa all’intervento chirurgico, in Piemonte viene però effettuata solo al Mauriziano o ad Alessandria. “È una capacità specifica della tiroide – dice il dott.Bertetto – La ricerca si sta muovendo nella target therapy, ma è ancora difficile inserire la proteina che trasmette lo iodio in altri tipi di cellule tumorali”.
La settimana dal 20 al 26 maggio è la settimana mondiale della tiroide. “In Piemonte non esiste nessuna associazione di pazienti. Mi auguro che la mia iniziativa Vola per la tiroide cresca il più possibile”, conclude Cappello.

 

MARCO ZAVANESE

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