Le elezioni europee viste da chi vota per la prima volta e, soprattutto, l’Europa vista con gli occhi della Generazione Z, quella orientata più di altre (forse) oltre i confini nazionali. Il 26 maggio si avvicina e si discute di futuro e di Unione Europea. Le voci sono quelle dei rappresentanti d’istituto e dei responsabili dei giornali scolastici dei licei torinesi.
Attraversare i confini per ampliare gli orizzonti
Ognuno di loro ha già vissuto almeno un’esperienza significativa lontano da casa, vivendo la quotidianità di altri Paesi. Mattia, 19 anni, direttore dell’“Urlo” al liceo Alfieri, ha frequentato numerosi corsi estivi in Inghilterra e soggiornato per brevi periodi a Edimburgo, Praga e Atene. Dopo aver imparato l’inglese, vuole acquisire una seconda lingua straniera: “Grazie a queste esperienze ho capito cosa significano le differenze culturali. Ho avuto modo di spostarmi da Praga ad Atene nell’arco di pochi giorni. Il crac finanziario della Grecia ha cambiato profondamente la vita delle persone: non è servito restare lì a lungo per vedere come i due Paesi viaggiassero a velocità diverse”.
La libertà di muoversi è un elemento cruciale secondo Giulia, 18 anni, direttrice al liceo D’Azeglio del giornale “L’impronta”. La scorsa estate, in compagnia della nonna, ha percorso in auto Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria e Romania per raggiungere i monasteri dipinti della Bucovina: “Quest’anno abbiamo in programma di ripetere l’esperienza in Spagna. Durante il mio quarto anno di superiori, ho vissuto ogni giorno la difficoltà di spostarsi vivendo e studiando in Colombia: una volta a casa, ho imparato ad apprezzare la possibilità di viaggiare velocemente e senza visti”.
Da Budapest ad Amsterdam “on the road”, passando per Vienna, Praga e Berlino. Giulio, 19 anni, studia al liceo Alfieri e lo scorso agosto ha attraversato mezza Europa in interrail. Un’esperienza che gli ha chiarito le idee sul futuro: “So da tempo quello che vorrei fare dopo la maturità: triennale in Scienze della comunicazione, magistrale in Culture moderne comparate. Ora però so che tutto questo voglio farlo viaggiando il più possibile”.
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Il rapporto con la politica e dove va l’Unione Europea
La partecipazione degli studenti a iniziative che trattano di politica in ambito scolastico è ridotta. “Abbiamo organizzato degli incontri che hanno avuto poco successo – dice Mattia – anche quando abbiamo scritto degli articoli il riscontro non è stato quello che speravamo”. Il racconto di Giulia invece è in controtendenza: “Quest’anno per le Regionali, la scuola e gli studenti hanno organizzato un incontro con i rappresentanti di vari partiti: l’aula magna era piena. Penso che molti tendano a non avere nessuna spinta a interessarsi di politica perché non l’hanno mai seguita né vissuta”. Giulio si augura che l’interesse dei suoi coetanei vada crescendo: “Fino a un anno fa, io e i miei amici non parlavamo così tanto di questo tema. Un evento che mi ha colpito molto è stata la manifestazione per il cambiamento climatico dello scorso 15 marzo: è l’esempio di come vorrei che la politica si trasformasse in un sentire comune”. Quale visione hanno dell’Unione Europea e che cosa pensano delle sue istituzioni? “I giovani hanno un senso di appartenenza maggiore rispetto alle generazioni precedenti – è il pensiero di Mattia – l’Unione può funzionare meglio imitando il modello federale degli Stati Uniti”. “Pensare un’Italia slegata dall’Europa non ha senso” secondo Giulia. “Sono un europeista convinto – dice Giulio – vorrei vedere un’Unione con più potere di decisione”.
Europa per noi significa…
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