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Geuna e Carluccio puntano sulle persone e tre grandi obiettivi

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Riportare al centro le persone. È questo il fulcro del programma di Stefano Geuna e Giulia Carluccio, candidati rettore e prorettrice dell’Università di Torino per i prossimi sei anni, che ieri, 15 maggio, hanno presentato alla stampa il loro programma a Palazzo Nuovo.

“Dobbiamo valorizzare il grande potenziale che ha il nostro ateneo, a partire dalla persona. L’università deve diventare una comunità di persone che comprenda la componente studentesca, il personale tecnico amministrativo e la docenza. Per ognuno di loro bisogna tutelare l’appartenenza all’istituzione”, ha detto Giulia Carluccio.

“Il capitale umano dell’università è di alto livello – ha detto Geuna –. È importante fare una campagna di reclutamento dei giovani ricercatori, per aumentare il valore e la potenzialità della nostra ricerca, in modo da dare una vera svolta culturale”.

Gli obiettivi principali sono tre: didattica, ricerca e la famosa terza missione, cioè il rapporto tra la ricerca, i suoi prodotti e il territorio. A tal punto che Geuna intende rivoluzionare il consiglio dei prorettori: “Per ora niente nomi, ma intendo dividerli in due gruppi. Ci saranno tre ‘supervicerettori’ che si occuperanno didattica, ricerca e terza missione. I rimanenti dovranno lavorare in congiunto, avendo chiari i tre obiettivi e anche le direzioni verso cui lavorare in sinergia. Lo scollamento tra diverse anime deve essere vinto. Le figure apicali devono lavorare insieme con obiettivi ben precisi”.

Secondo il candidato rettore l’università di Torino investe poco in ricerca, rispetto agli altri atenei e ci sono poche borse, che non rispondono alle richieste di dottorato che arrivano. “Gli assegni di ricerca e i posti di ricercatore sono troppo pochi e andranno aumentati, in un piano di valorizzazione dell’attività didattica. Bisogna però anche ridurre il carico burocratico che appesantisce il lavoro didattico dei professori rendendolo alienante”. Tutto questo deve poi concretizzarsi in una nuova terza missione, che comunichi il lavoro di ricerca svolto. “Dobbiamo porci come interlocutori favorevoli e fondamentali per il nostro territorio. Il nostro ateneo è composto di 80000 persone e deve avere un impatto adeguato sul territorio, presentandosi nei tavoli territoriali che decidono progetti ampi” ha detto Carluccio.

Nodo cruciale sarà anche quello delle politiche di genere. “Puntiamo alla neutralità – ha continuato la candidata prorettrice – perché le donne ai livelli più alti sono poche e siamo lontani dall’uguaglianza. Solo il 28% degli ordinari sono donne”. Questo però non significa istituire delle quote rosa obbligatorie, secondo Geuna, “ma si partirà da analisi. Di sicuro la percentuale sarà molto più alta di quella attuale, ma si guarderà alle competenze che siamo sicuri di trovare tra le colleghe”.

Nei primi cento giorni però l’attività principale sarà gettare le fondamenta per la revisione dello statuto: “Le idee precedono i bilanci. Siamo solidi dal punto finanziario e dobbiamo imparare ad investire le risorse per raggiungere idee e soprattutto ideali. Il ruolo dell’università è anche quello volare in alto e vedere oltre. Dobbiamo partire dal basso condividendo obiettivi ed idee con tutti. Tutta la squadra di governo dovrà avere capacità d’ascolto”.

Non sono mancati neanche i temi più delicati. Le persone sono importanti, hanno ripetuto Geuna e Carluccio. Cosa pensano allora della vicenda del dipendente NoTav licenziato alcune settimane fa? “È un aspetto delicato, su cui ci siamo fatti dare tutte le carte e che stiamo analizzando. Mettere le persone al centro significa che l’università deve essere vicina ai compagni di lavoro. L’approccio garantista è quello più ragionevole e francamente ci sembra che si sia corso un po’ troppo in fretta”.

E a chi dice che il programma strizzi l’occhio al populismo Stefano Geuna risponde che la sua “non è una tendenza a rincorrere le mode del momento, ma le sfide del momento. L’università non può rimanere inchiodata nelle sue posizioni, deve diventare faro guida nella società che altrimenti rimane spaesata”. Posizione ribadita da Carluccio: “L’università deve essere sempre in cambiamento, al pari con il progresso e i mutamenti sociali. Vogliamo partire dai numeri per progettare il cambiamento, ma essi saranno sempre uno strumento”.

Infine l’edilizia. Il parco della salute non è in discussione e il candidato rettore al futuro presidente chiede solo che non faccia sorgere dubbi sulla realizzazione dell’opera, evitando però di creare le polemiche che sono sorte sulla palazzina Aldo Moro e sul Burger King: “Ritengo sia meglio condividere le scelte. Le cose vengono meglio se condivise e soprattutto ci si pone prima i problemi e si prevengono le conflittualità. Bisogna ancora agire a livello di strutture creando spazi di incontro e condivisione. Spazi dove consumare i pasti, che ora non ci sono, sportelli di counseling o infermieristici”.

 

JACOPO TOMATIS

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