Venerdì 3 maggio l’ex calciatore Davide Desideri è stato ospite del convegno “Salute e Sport a Scuola: quale futuro?”, nell’Aula Magna Cavallerizza Reale di Torino. Gli appassionati di calcio lo ricorderanno: la sua attività calcistica a livelli altissimi è stata stroncata a 32 anni da un tumore. “È stato il campionato più difficile che io abbia potuto affrontare, ma ce l’ho fatta”, ha confidato Desideri ai presenti.
Davide oggi vive per sensibilizzare i più giovani ai veri valori dello sport. “Giocare a calcio – osserva – non significa inseguire il successo a tutti i costi, facendo le scarpe al compagno. Non deve essere una gara tra chi è più furbo. Ciascuno di noi è importante per costruire una nuova società. L’uomo nuovo. Questa è la vera grande sfida. Dobbiamo diventare uomini capaci di costruire qualcosa di bello, delle relazioni oneste”.
La sua Associazione EduCalciando si occupa di formare i talenti maschili e femminili, ma soprattutto formare le Persone. Un’associazione aperta a tutti, in particolare a chi vive ai margini della società, come carcerati e tossicodipendenti.
EduCalciando è entrata nella rete di Next Generation del prof. Giovanni Giorgetti, anche lui ospite del convegno. L’obiettivo di Next Generation è quello di mettere in guardia i giovani da cattive compagnie, quali l’alcol, il fumo di sigaretta, le droghe.
Giorgetti fa parte di un team di medici che hanno deciso di uscire dall’ambiente accademico esclusivista per parlare ai giovani, entrare nelle scuole, fare vera prevenzione. “Non esiste il superiore o l’inferiore. Dobbiamo perseguire l’unicità delle persone, ciascuno di noi ha delle peculiarità sulle quali investire, per costruire una comunità coesa e contrastare narcisismo e personalismo dilaganti”.
Ma allora, salute e sport, quale futuro? Nel corso della prima parte del convegno, organizzato dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, dal Centro di Ricerca Cinedumedia e dalle associazioni “Next Generation” ed “EduCalciando”, si è discusso tanto di scuole. “In Italia – ha ricordato il prof. Alberto Borraccino – si fa poca attività sportiva. Si investe poco nello sport”. A conferma c’è uno studio compiuto a livello globale e pubblicato sulla rivista inglese The Lancet Global Health, che ha visto coinvolte ben 1,9 milioni di persone provenienti da 168 Paesi. L’Italia è nella top 20 dei paesi più sedentari.