Primo Levi – ricordano coloro che lo hanno conosciuto – ci ha sempre guardati tutti negli occhi, ci ha sempre interpellati. Niente mezze frasi, nessun non detto. Ha interrogato le coscienze con Se questo è un uomo e ha scosso le memorie con I sommersi e i salvati: “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire”.
Sono passati 32 anni dalla morte e cento dalla nascita, ma la sua voce è ancora forte e il messaggio fondamentale, soprattutto oggi. E proprio in occasione del centenario, il Ministero per i beni e le attività culturali ha costituito il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Primo Levi, che avvierà un’ampia gamma di iniziative in Italia e all’estero per la diffusione e l’approfondimento della vita dello studioso. “La costituzione di questo comitato nazionale ha un significato importante e prezioso”, spiega Dario Disegni, presidente della comunità ebraica torinese e del Comitato. “Ci dà la possibilità di far
conoscere il messaggio di una personalità che ancora oggi, anzi oggi più che mai, costituisce un altissimo punto di riferimento civile e morale per la nostra società”.
Il comitato durerà tre anni, ma farà riferimento alla realtà permanente del Centro Internazionale di Studi Primo Levi: istituito nel 2007, è diventato fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi al messaggio di Levi. “Il nostro obbiettivo sarà quello di presentare la sua personalità a 360 gradi. Non solo il testimone della Shoah ma anche il grande scrittore, il chimico, lo scienziato e l’artista”, continua Disegni. “Sarà occasione sia di divulgazione nei confronti del pubblico in generale sia di ricerca e di approfondimento per gli studiosi, due obbiettivi diversi ma complementari e l’uno non meno importante dell’altro”.
Il programma è ampio e ricco di manifestazioni in tutto il mondo e verrà presentato ufficialmente il 18 aprile al Circolo dei Lettori. Uno degli appuntamenti più significativi sarà dal 23 aprile al Teatro Carignano: andrà in scena Se questo è un uomo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino e diretto da Valter Malosti con l’assistenza del comitato scientifico del Centro Studi. “Sarà in cartellone per tre settimane ed è già tutto esaurito”, racconta Dario Disegni, “al termine è già stato acquistato dal Teatro Piccolo di Milano, dal Gentile di Roma e verrà portato a Londra, a Parigi, a Bruxelles e a New York”.
Per illuminare le sfaccettature dell’uomo-Levi, oltre che il Levi testimone della Shoah, dal 7 al 12 maggio, al teatro Astra, sarà rappresentato il suo libro, Il sistema periodico, la biografia intellettuale del chimico che comincia negli anni dell’Università, quando la tragedia del nazismo non se la poteva proprio immaginare. In programma numerose altre manifestazioni: documentari in onda sulle reti Rai, progetti per le scuole, mostre e convegni internazionali che porteranno l’opera di Levi all’attenzione del pubblico mondiale.
Il punto, infatti, è preservare la memoria, un compito che diventa sempre più difficile man mano che i testimoni diretti scompaiono. Proprio grazie a progetti di questo tipo, però, si può amplificare la voce del ricordo e non lasciare che rimanga solo un eco lontano. Questo è ciò che si augurano Dario Disegni e tutto il Comitato: “Si tratta di fare esattamente il lavoro che stiamo facendo. Far parlare le sue carte e diffondere il suo messaggio. Spetta a noi fare in modo che chi non ci è più continui a parlarci”.
Articolo tratto dal quarto numero del nostro magazine. Per leggerlo tutto, qui.