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Spoon River in Riva al Po, la riscoperta della memoria collettiva

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Nel 1915 Edgar Lee Masters pubblicava la raccolta di poesie che gli diede notorietà in tutto il mondo. Iniziava così:

“Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, l’ubriacone, l’attaccabrighe?
Tutti, tutti, dormono sulla collina”.

Sia Elmer che Charley sarebbero stati dimenticati, lasciati dormire sulla collina. Ma il racconto della loro storia ha fatto sì che le tracce del loro passaggio sulla Terra giungano fino a noi. E oltre. “La narrazione è fondamentale per ricostruire la memoria collettiva – spiega lo scrittore Giuseppe Culicchia, ideatore del progetto Spoon River in riva al Po, giunto alla seconda edizione – soltanto attraverso la narrazione si riesce ad avere un rapporto con quello che è stato e che ci ha definiti”.

L’idea del progetto, finanziato da Afc Torino in collaborazione con il comune, è di lavorare con i ragazzi dell’ultimo anno del liceo classico Massimo D’Azeglio per riscoprire e riscrivere le storie degli uomini e delle donne sepolti al cimitero monumentale di Torino. Ieri, 21 marzo, i ragazzi hanno passeggiato tra i cipressi alla scoperta di personaggi illustri e persone ordinarie accompagnati da Culicchia. Poi, nel corso dell’anno, lavoreranno insieme alla scrittura di una Spoon River torinese.

“I ragazzi hanno un’immagine della memoria collettiva come qualcosa di molto legato ai libri. Un progetto di questo tipo li porta dentro quello che può essere un percorso su cui riflettere”, racconta Marco Vacchetti, il professore di lettere della 3F. “Uno dei meccanismi migliori per capire il passato è provare a raccontarlo”. Il risultato del laboratorio di scrittura creativo che verrà tenuto in classe da Giuseppe Culicchia sarà poi presentato il 4 giugno al Monumentale accompagnato dalla musica di Giorgio Li Calzi.

 

La storia dell’umanità non è fatta solo dai grandi nomi, ma anche e soprattutto da persone comuni che hanno quotidianamente scritto una storia più piccola, meno rumorosa. “Lee Masters quando scrive Spoon River ha proprio l’idea di raccontare storie di vita che altrimenti sarebbero state dimenticate da tutti, ma ciascuna ha lasciato un segno del passaggio su questa terra”, afferma Culicchia.

Il percorso dei ragazzi è passato da Silvio Pellico a Cesare Lombroso, da Primo Levi a Fred Buscaglione, ma anche da Isa Bluette, che confezionava le sigarette alle Manifatture Tabacchi ma divenne poi una famosa soubrette, scoprì Totò ed Erminio Macario, che è sepolto a pochi passi da lei.

Secondo Erica, della 3F, è importante che a scuola si parli di morte perché fa parte della nostra quotidianità. “Trovarsi a faccia a faccia con la tomba di una persona normalissima fa pensare”, aggiunge Ludovica.

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Grazie a questo progetto, la memoria torinese si rinvigorisce e acquisisce nuova linfa. E luoghi come il Cimitero monumentale possono essere riscoperti e rivalutati. “La valorizzazione di questo sito per noi è molto importante perché ha un valore sia in termini urbanistici sia architettonici”, spiega Antonio Colaianni, amministratore di Afc Torino Spa. “Questi meccanismi di miglioramento della conoscenza culturale di questo sito sono integrati attraverso la partecipazione a un circuito internazionale. Infatti, tutti i cimiteri di tipo monumentale europei fanno lo stesso tipo di valorizzazione dei siti storici che sono così importanti per le città”.

Quest’anno, il progetto verrà riproposto il 13 maggio, durante il Salone del Libro, ad altre due classi.

 

MARTINA STEFANONI

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