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Cento anni di Fausto Coppi

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Inaugurato a Teatro Carignano il progetto Storia di un campione

Il Piemonte conferma il suo legame con il ciclismo. La regione, dove a metà ‘800 inizia la storia delle due ruote grazie all’alessandrino Carlo Michel, celebra per tutto il 2019 Fausto Coppi. «Il ciclismo in Piemonte profuma davvero di storia e tradizione e confido che, sulle tracce del mitico Campionissimo, si possano rinnovare le grandi passioni del passato, pedalando verso il futuro con la carica e la speranza di un ciclismo piemontese sempre più vittorioso», ricorda l’Assessore alla Sport Regione Piemonte Giovanni Maria Ferraris.

Angelo Fausto Coppi viaggia tuttora in forma di leggenda fra ricordo e meraviglia. Ad un secolo dalla nascita dell’Airone, il suo Piemonte lo celebra con Storia di un campione. 100 anni di Fausto Coppi, un calendario di incontri nei luoghi della sua vita, progettato dalla Regione e realizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, in collaborazione con DMO Piemonte Marketing e Piemonte Dal Vivo, con La Stampa e Il Secolo XIX come Media Partner.

«In quel gran paese che è il Giro, di cui l’Italia a maggio ogni volta ridiventa provincia, lo trovi ancora che pedala, racconta, si lascia raccontare, detta paragoni, fa discutere, s’invola. E spesso vince», così lo ricorda lo scrittore Gian Luca Favetto che gli dedica il recital di parole e musica Fausto Coppi. L’affollata solitudine del campione.

Coppi trascorre una giovinezza come garzone e fattorino: la bici al tempo gli serviva per fare le consegne, che gli permettevano una paga di 5 lire a settimana. Nato il 15 settembre 1919 a Castellania – nell’alessandrino -, vive a Novi Ligure e dopo aver pedalato per oltre 120mila chilometri muore a Tortona, il 2 gennaio 1960.  «La sua morte, a soli 41 anni per una malaria non diagnostica, segna con la tragedia una figura che ha connotato fortemente il primo dopoguerra con la sua vita, le sue vittorie, la sua personalità. I 100 anni dalla nascita celebrano un grande novese, un grande piemontese, un grande italiano», ricorda il Presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, al Caffè Lavazza del Teatro Carignano in occasione dell’inaugurazione del progetto per il centenario dell’Airone, mercoledì 27 febbraio.

Dal Piemonte il Campionissimo parte alla conquista del mondo, vincendo tra il 1937 e il 1959 ben cinque Giri d’Italia, due Tour de France e una Parigi-Roubaix. Ma è in regione che il corridore, tra i più grandi e popolari atleti di tutti i tempi, segna la sua impresa più celebre: pedalare quei 192 km di fuga solitaria, staccando di ben 12 minuti il rivale Gino Bartali, nella tappa Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia nel 1949.

Coppi è simbolo della storia dell’Italia del prima e dopo guerra. Una leggenda che continua a portare nella sua Castellania pellegrini che vogliono ricordarlo, e sportivi che ripercorrono le tappe del Giro d’Itala che l’hanno reso immortale. In questo processo si colloca il progetto regionale che vuole mantenerne vivo il ricordo, «per celebrare le tante sfaccettature dell’uomo, del campione e della sua storia, e di come questa si è intrecciata a quella del nostro territorio», ha ricordato l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi.

 RICCARDO LIGUORI

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