Quando squilla il telefono, Guido Catalano estrae dal taschino della giacca un vecchio cellulare. “Scusate” dice. Non è uno smartphone, non ci si avvicina nemmeno alla lontana, anche se lo scrittore, durante l’intervista, confessa di essere un grande appassionato di social network. Alcuni lo hanno definito “Instapoet” ovvero un poeta Instagram. Possibile? Non si direbbe, a vederlo con gli occhiali, la barba e la giacca di velluto. Per Guido, l’amore e la poesia, che corrono lungo la stessa strada, possono passare anche attraverso nuovi format e tecnologie, come Instagram, Facebook ma anche Tinder. E’ su questa piattaforma di incontri che il suo alter ego letterario, Giacomo Canicossa, protagonista dell’ultimo romanzo Tu che non sei romantica, si lancia alla disperata ricerca di una donna, con un risultato tragicomico e goffo, in pieno stile Catalano.
In realtà, prima di darsi alla letteratura, le sue aspirazioni erano altre: “Ho iniziato a scrivere perché volevo fare il cantante, poi per fortuna ho smesso perché cantavo malissimo”. Il sogno del piccolo Catalano di diventare una rockstar si è trasformato nel tempo e ora è impegnato in un tour di presentazione del suo ultimo romanzo in tutta Italia, accompagnato ad ogni tappa da cantanti della scena indie-pop italiana. Ogni serata un successo: a Milano con Brunori Sas sono rimaste fuori dal teatro circa 500 persone e l’altra sera, 20 febbraio, durante la sua tappa torinese all’Hiroshima Mon Amour, ha riempito l’intera sala per due ore di reading e conversazione con l’amico e rapper Willie Peyote. Un successo che per Guido è dovuto al mix di leggerezza e ironia con cui parla di amore, oltre che al suo irresistibile sex appeal, ovviamente.
Rockstar, sex symbol e solo infine poeta. Anche se, come dice lui, i poeti lo accusano di essere un cabarettista, e i cabarettisti di essere un poeta. Eppure, di raccolte di poesie ne ha già scritte sei, e “Tu che non sei romantica” è il suo secondo romanzo, dopo D’amore si muore ma io no, entrambi editi da Rizzoli.
Leggendo il libro si ride spesso e ci si riconosce nella vita strampalata di Giacomo Canicossa alle prese con drammi amorosi, case editrici e gatti.
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MARTINA STEFANONI