Da quando l’analisi costi-benefici è stata pubblicata sul sito del ministero le polemiche sono state molte. Tra le voci che si accavallano in questi giorni una però è stata in silenzio o ha dichiarato molto poco, quella dei NoTav. Il motivo di questa quiete lo hanno spiegato alcuni esponenti del movimento questa mattina, 15 febbraio, durante una conferenza stampa indetta presso la sede di Pro Natura a Torino. Alberto Perino, Lele Rizzo e Paolo Prieri, insieme a Monica Gagliardi, consigliere di minoranza nel comune di Giaglione, hanno annunciato che gli aspetti tecnici verranno discussi in un convegno che si terrà il 1 marzo a Caprie, in Val di Susa, e che non tratteranno temi tecnici prima di quella data. Cionondimeno tutti hanno voluto rimarcare che questa analisi, come la precedente del 2011, ha il difetto di non considerare i costi dell’intera tratta tra Torino e Lione, ma sono della parte tra Bussoleno e Saint Jean de Maurienne. Alberto Perino ha anche aggiunto: “Tutti parlano dell’analisi, ma noi diciamo queste cose da trent’anni. Siamo stati i primi e adesso rivendichiamo il nostro ruolo. Quello che abbiamo sempre fatto è stato di smontare i dati delle precedenti analisi, facendole verificare da professori del Politecnico. I risultati sono molto peggiori dell’analisi di Ponti, che ripete quello che abbiamo sempre detto, che l’opera è inutile ed è uno spreco di soldi non sostenibile”.
Poca fiducia anche sulla relazione tecnico-giuridica, dal momento che è stata pubblicata e corretta nell’arco di poche ore. Paolo Prieri ha citato dati secondo cui l’Italia paga il 60% per cento dell’opera e costa ai contribuenti 280 milioni di euro a chilometro, mentre i francesi ne pagano 60. “E proprio la Francia, continua Prieri, sta aspettando una risposta dell’Italia, anche se di per sé non la vuole”. Secondo l’esponente NoTav, a dimostrazione di questo c’è il fatto che le autorità francesi prenderanno in considerazione la costruzione della tratta tra Saint Jean de Maurienne e Lione solo nel 2038.
“Lo scopo di questa conferenza stampa è più politica”, ha affermato invece Lele Rizzo. L’analisi è la certificazione che l’opera è inutile, ma viene dopo anni di lotta e manifestazioni NoTav. Ora il movimento chiede la demilitarizzazione del cantiere, il riutilizzo delle risorse per la manutenzione ordinaria del territorio e l’implementazione delle strutture sociali, come le scuole e gli ospedali e un’amnistia per tutti i reati che hanno colpito i NoTav in questi anni.
Per questo il movimento ha organizzato una manifestazione per il 23 marzo a Roma. Insieme a loro ci saranno anche altri attivisti che protesteranno contro le grandi opere ritenute inutili, come il Tap o il Terzo Valico, e cercherà di portare all’attenzione anche il tema del cambiamento climatico.
Non manca un accenno polemico allo scioglimento, che avviene oggi, dell’Osservatorio di governo per la Torino-Lione: “È una buona notizia – dicono – che l’Osservatorio cessi di esistere. Foietta potrà continuare a fare campagna elettorale per Chiamparino. Il prossimo passo è la caduta di Virano dai vertici Telt”.
Infine un’altra questione fondamentale: quale sarà il rapporto con il Movimento Cinque Stelle e il Governo, dopo l’uscita dell’analisi costi-benefici? Non esistono governi amici, ma solo ostili e meno ostili, secondo Perino. “Noi aspettiamo però i fatti. Vogliamo vedere che portino tutto l’ambaradan dentro il cantiere e non occupino i terreni nelle vicinanze”. Perino comunque non crede che il governo abbia gambe robuste e nel caso in cui cada e se ne formi uno a trazione leghista, l’attività del movimento continuerà.
Non manca infine un accenno ai fatti accaduti la scorsa settimana dopo lo sgombero degli anarchici dall’Asilo di Via Alessandria. “Per una volta voglio essere garantista” ha detto Perino “A noi hanno fatto denunce e dichiarazioni di terrorismo e la corte di cassazione ha sempre respinto le ipotesi della Corte d’Appello di Torino. L’Asilo era un posto in cui si davano tetto e pasti a chi non li aveva”.
L’ultimo appello è però per la continuazione delle attività del Movimento, anche se sembra che la battaglia stia per finire: “Noi oggi possiamo dire che se siamo riusciti ad impedire lo spreco di 7 miliardi di euro, ma ci troverete sempre lì, per altri trent’anni. A sarà düra”.