Un uomo e una donna appartenenti all’Antico Egitto corrono nel deserto, si inerpicano sulle piramidi, esplorano le tombe dei Faraoni. È il discovery tour, lo spin-off di “Assassin’s Creed Origins”, ultimo capitolo del celebre videogame ambientato in luoghi e periodi storici passati. Maxime Durand di Ubisoft, l’azienda che ha sviluppato la serie, lo ha presentato al Salone Internazionale del Libro in un evento organizzato con la collaborazione del Lucca Comics and Games. “È un’esplorazione più che un gioco – ha precisato Durand – Un’opportunità per imparare la storia: sta raccogliendo pareri positivi, tanto che potremmo ampliarla anche in altri contesti”.
Per una volta il protagonista non è Altair, l’assassino che nel videogame ha il compito di eliminare in incognito personaggi ambigui che potrebbero influenzare in senso negativo la storia. Questa volta al centro c’è l’Egitto dell’epoca tolemaica: si possono esplorare città e templi e conoscere storie e curiosità attraverso un’audio-guida che aiuta il videogiocatore durante l’esperienza.
Sul palco dell’Arena Bookstock c’era anche un divertito Christian Greco. Il direttore del Museo Egizio giudica l’esperienza digitale un’opportunità per avvicinare i giovani alla storia egizia, tanto che non esclude una futura collaborazione con Ubisoft. “Mi auguro che possano esserci i presupposti, vedendo anche come gli adolescenti sono catturati dai loro videogiochi – commenta – Stiamo facendo un lavoro di ricostruzione della biografia degli oggetti e spero che troveremo un modo di comunicare insieme questi contenuti”. Il discovery tour di Assassin’s Creed è promosso anche dall’egittologo Greco? Sì, a patto che la cultura materiale resti comunque la base di partenza. “Il digitale ci permette di ricostruire un contesto, ma l’oggetto è imprescindibile”, conclude il direttore del Museo Egizio.