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“Come fratelli”, il libro che racconta i rumeni in Italia a dieci anni dall’ingresso nell’Ue

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“I rumeni, tra aziende e lavoratori, rappresentano il 2,5% del PIl italiano. I bambini rumeni in Italia sono 160 mila. Negli anni di Alemanno, a Roma, sono arrivati 100 mila rumeni, che oggi occupano posizioni lavorative in tutti i settori”. Sono questi alcuni dei dati presentati dagli autori del libro “Come fratelli. La fratellanza italo-romena a dieci anni dall’adesione all’Unione Europea“, Marian Mocanau e Irina Nicolescu al Salone del Libro di Torino, allo stand della Romania.

Il libro in vendita allo stand Romania

“Il libro nasce per raccontare questo fatto unico: l’Italia è un Paese di emigranti ma con la Romania ha conosciuto il fenomeno contrario. Chi avrebbe mai pensato che così tante persone di origine rumena sarebbero venute qui?” spiega Mocanau. Quella rumena è infatti la prima cittadinanza straniera nel nostro Paese e tra il 2017 e il 2018 ricorrono, in proposito, due anniversari importanti: i 10 anni dall’adesione all’Ue e i 100 anni dalla creazione dello Stato della Romania. “Nel libro abbiamo raccolto 30 interviste – spiega Nicolescu – anche per raccontare cosa significa la comunità rumena in Italia non con le nostre parole, ma con quelle di altri”. L’intervista più curiosa? Proprio quella a Gianni Alemanno, che quando cadde il regime di Nicolae Ceaușescu si recò in Romania per i festeggiamenti. Ma ce ne sono tante altre, a personalità istituzionali e a persone comuni, che aiutano a comprendere la realtà della comunità rumena nel nostro Paese.

All’evento, a sorpresa, è comparsa anche la sindaca di Torino Chiara Appendino, che ha dichiarato: “Siamo molto felici di avervi qui, al Salone e a Torino. Grazie per tutto il contributo che date alla nostra città, e non solo”.

La sindaca di Torino Chiara Appendino
CAMILLA CUPELLI

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