La spaccatura tra piccoli e grandi editori ora è realtà. Più di 250 sigle editoriali hanno ufficializzato il loro divorzio dall’Associazione italiana editori (Aie), annunciando lunedì 7 maggio la nascita dell’Adei, l’Associazione degli editori indipendenti. Presieduto da Sandra Ozzola, il nuovo progetto si propone “di rappresentare, sostenere e difendere un’idea di cultura plurale e libera” e sarà presentato proprio nel giorno inaugurale del Salone del Libro, giovedì 10 maggio. La missione di Ricardo Franco Levi di mantenere unito il mondo dell’editoria non è andata a buon fine. Il presidente dell’Aie, nel suo discorso d’insediamento dello scorso giugno, aveva assicurato che avrebbe fatto di tutto per ricomporre le spaccature tra piccoli e grandi editori. Una frattura, però, divenuta insanabile dopo la decisione del Consiglio dell’associazione di non sostenere più il Salone del libro di Torino, proponendo come alternativa la fiera Tempo di Libri a Milano.
LE CONTESTAZIONI AI “GRANDI”
“Vogliamo semplicemente dar voce alle istanze delle piccole realtà – spiega Anita Molino, editrice de Il Leone Verde e membro del consiglio direttivo della nuova creatura – ci siamo ribellati per coinvolgere tutti gli editori che non si sentono rappresentati”. La nascita di Tempo di Libri è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Non ci hanno minimamente interpellati: lì abbiamo capito che l’Aie rappresenta solo i grandi editori. Ma non abbiamo intenzione di farle la guerra, vogliamo solo essere presi in considerazione nelle decisioni che contano” . La nuova associazione è il risultato della fusione di tre organizzazioni già attive come Odei (Osservatorio degli editori indipendenti), gli Amici del Salone di Torino, costituiti a sostegno dell’evento piemontese, e Fidare (Federazione italiana degli editori indipendenti).
LEVI: “UN ERRORE DIVIDERSI”
Una scelta, quella della scissione, che ha sorpreso il presidente dell’Aie Levi: “Non immaginavo si arrivasse a questo punto. La divisione nella rappresentanza degli interessi di una categoria è sempre una sconfitta. Indebolisce e non rafforza“. Alla critica sulla scarsa rappresentanza dei piccoli editori, il presidente dell’Aie risponde che “sono presenti in tutti i livelli di governo dell’Aie e le loro ragioni sono all’ordine del giorno”.
LA REVISIONE DELLA LEGGE SUI PREZZI DEI LIBRI
Oltre a combattere i canali preferenziali dei big, uno dei primi obiettivi della neonata associazione è la revisione della legge sui prezzi dei libri che prende il nome proprio dell’attuale presidente dell’Aie. La legge Levi impone uno sconto massimo del 15%, facilmente aggirabile come ha ammesso più volte anche lo stesso numero 1 dell’Aie. Secondo gli editori indipendenti, abbassare la soglia al 5%, prendendo spunto dal modello francese, sarebbe un modo per tutelare le realtà più piccole che non possono permettersi di praticare gli sconti praticati dai grandi. “Il 5% in Francia funziona molto bene – ammette Levi – ma se lo applicassimo da noi, senza adeguata preparazione, potrebbero esserci contraccolpi pesanti sul mercato”.
INTANTO IL MERCATO MIGLIORA
Oltre le diatribe, i dati Nielsen per Aie dicono che nei primi 4 mesi del 2018 prosegue il consolidamento del mercato del libro, mentre si stabilizza il numero dei lettori. Lo studio copre il periodo fino al 21 aprile 2018, nel quale si riscontra una crescita dello 0,4% nelle vendite a valore nei canali trade (librerie, grande distribuzione, negozi online, escluso Amazon). Considerando anche la piattaforma di Jeff Bezos, invece, le vendite a valore nel primo quadrimestre potrebbero essere vicine a un +1,5%. “Un segno positivo in linea con quello del 2017 nel corrispondente periodo dell’anno e un trend positivo che continua – ha commentato ancora Levi – Secondo le stime si accentua la crescita dell’e-commerce del libro fisico, mentre si conferma la flessione nella vendita di libri di varia nella grande distribuzione organizzata e si registra qualche difficoltà anche nelle librerie, indipendenti e di catena”. Segnali positivi arrivano anche dal fronte della lettura. Secondo i dati dell’Osservatorio Aie sui consumi culturali, raccolti in collaborazione con Pepe Research, i lettori sono il 62% in Italia, in linea con la tendenza degli ultimi anni.