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Una nuova casa per cinquemila testi in braille

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Leggere è un piacere che dovrebbe essere a disposizione di tutti, anche di chi non vede. A Torino esistono 5000 volumi scritti in braille, alcuni anche dell’Ottocento. Testi unici, antichi, anche molte partiture musicali che non hanno copia. Un tesoro che l’Apri – Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti – spera di riportare a galla riaprendo la Biblioteca Regionale Braille chiusa dal 2013. La presentazione sarà venerdì 4 maggio alle 16, presso la sede operativa in via Nizza 151.

“Stiamo cercando fondi e contatti anche con la città” dice Marco Bongi, presidente di Apri “Il patrimonio della Biblioteca ha un grande valore, vorremmo ridargli vita”. Anche per una ragione culturale, per l’importanza tradizionale che i tanti volumi in braille hanno. “Oggi ciechi e ipovedenti usano scanner vocali e lettura assistita – spiega Bongi – ma niente può sostituire il braille”.

La Biblioteca è l’unica in Piemonte, non in Italia. La più importante a livello nazionale è a Monza e serve gli scaffali di tutto il Paese. A Torino ci sono però testi introvabili, libri scolastici e soprattutto partiture che hanno reso importante la tradizione musicale per gli ipovedenti della città. La biblioteca era parte dell’ex Istituto per ciechi chiuso negli anni Settanta, ha trovato una sistemazione nell’alveo del Comune ed è stata poi chiusa nel 2013. Oggi cerca una nuova casa.

 

MARTINA PAGANI

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