A Torino l’emergenza abitativa è una realtà. Lo hanno denunciato oggi i sindacati con un comunicato che mette in luce le due criticità maggiori: sfratti e occupazioni abusive. L’ultimo caso qualche giorno fa, quando una famiglia ha occupato in via Carema una casa assegnata a una madre di famiglia. Non è sicuramente la prima volta, e non sarà l’ultima. I bandi per le case popolari ci sono: l’ultimo, chiuso nel 2017, ha visto solo 500 alloggi assegnati a fronte delle quasi 15mila domande. Secondo La Stampa, la situazione si fa complicata in Barriera di Milano, nelle vie Aosta e Cuneo, dove vivono migranti abusivi non censiti e difficilmente controllabili. Lo ha denunciato Luca Deri, presidente della Circoscrizione 7, che aveva già fatto richiesta d’aiuto al Comune con delle comunicazioni rimaste “lettera morta”.
Altro problema è quello degli sfratti, soprattutto per morosità. I dati del ministero degli Interni relativi al 2016 parlano di 4373 sgomberi. Di fronte a dati così drammatici, secondo i sindacati “è quanto mai necessario aprire un confronto urgente”: occorre una politica abitativa che migliori la tempestività nell’assegnazione, aumenti il numero di alloggi disponibili e proponga interventi di manutenzione di quelli Atc e Cit già esistenti.
In questo contesto, continua a preoccupare la situazione all’ex Moi. Preoccupa perché niente si muove: dallo sgombero degli scantinati del 20 novembre, non si è proceduto oltre. Rimangono nelle palazzine un migliaio di migranti e richiedenti asilo, tra cui si sono registrati cinque casi di tubercolosi: uno, il più grave, è ricoverato all’ospedale Amedeo di Savoia.