Equilibrio. È il termine che il giornalista e insegnante alla Scuola di Giornalismo e Comunicazione dell’Università dell’Oregon Peter Laufer utilizza più spesso nella sua lezione agli studenti del Master “Giorgio Bocca” di Torino. Equilibrio nella gestione del proprio tempo, nell’assimilazione dei contenuti e nella capacità di saper fare un passo indietro di fronte al “tutto e subito” informativo.
“Sfida è saper incorporare le #slownews in modello di business efficace” @peterlaufer della scuola di giornalismo dell’Uni dell’Oregon, in Italia per @journalismfest, incontra la redazione di @FuturaTorino per lezione sul giornalismo di qualità #ijf18 #InternationalJournalismOff pic.twitter.com/b7n68upvdI
— Futura News (@FuturaTorino) 16 aprile 2018
Autore di un manifesto per un consumo critico dell’informazione, Laufer è uno dei maggiori esponenti dello slow journalism, un giornalismo che deve riscoprire i tempi lunghi della verifica delle fonti, della qualità dei prodotti e, soprattutto, la sua missione di servizio per il pubblico. “Bisogna prendersi il tempo di pensare a una storia – spiega Laufer – è necessario andare oltre la superficialità del titolo”.
“Per essere presenti non basta essere lì, si deve anche mettere da parte i dispositivi elettronici e ascoltare” la lezione di @peterlaufer a @FuturaTorino pic.twitter.com/maCKXHIKao
— Futura News (@FuturaTorino) 16 aprile 2018
Nell’era dei social media, delle breaking news e dell’aggiornamento continuo, rallentare il flusso informativo significa anche prendersi un’ora la mattina per sfogliare i giornali e ascoltare le notizie principali alla radio: “È un modo differente di digerire l’informazione ed è uno dei motivi per cui carta e radio continueranno a resistere”. E anche uno spunto per porsi delle domande che vadano oltre la semplice battuta d’agenzia: “Quando un bus va in fiamme, non dobbiamo fermarci all’incendio: dobbiamo chiederci perché, com’è accaduto, il significato di quello che è successo. Il nostro compito è saper dare un valore aggiunto alla storia per il lettore”. Quindi slow down and go deeper.