La vita di Ronald Lee Ermey era iniziata con un aut aut: galera o Marines. Il futuro sergente maggiore Hartman, in Full metal jacket di Stanley Kubrick, a 17 anni era al suo secondo arresto. Un giudice gli chiede di scegliere tra il servizio militare e la prigione, sceglie la prima e Hollywood ringraziò.
La sua permanenza sotto le armi dura undici anni, dal 1961 al 1972 quando viene congedato per motivi medici. In mezzo ci sono due promozioni e il Vietnam, filo conduttore della sua vita. Dalla guerra vera a quella del grande schermo. Prima del successo mondiale del film di Kubrick, recita in ruoli autoritari e marginali, poi è chiamato sul set di Full metal jacket dal regista newyorkese come consulente. Chiede un audizione per il ruolo di Hartman, il terribile sergente che porterà al suicidio il soldato “palla di lardo”, ma Kubrick rifiuta perché “troppo poco cattivo”. Per dimostrare le sue capacità Ermey si mette ad insultare un gruppo di reclute marines che erano state assunte per fare da comparsa nel film, il regista apprezza così tanto da concedergli la facoltà di improvvisare. Il ruolo lo consacra e relega al tempo stesso in quel personaggio. È un perfetto sergente istruttore ma di lì in poi le uniche parti che riuscirà ad ottenere saranno tutte legate al mondo militare, siano film per bambini, drammatici o commedie.
Ronald Lee Ermey è morto nella notte tra il 15 e il 16 aprile per complicazioni dovute ad una polmonite. Il suo impatto sul cinema mondiale è stato distintivo di una generazione, quella che Kubrick ha contribuito a formare. Le sue battute sono entrate nel linguaggio comune fin dalla prima uscita del film. Il sergente Hartman è stato un personaggio parodiato e utilizzato in ogni forma, per il realismo con il quale Ermey ha restituito un militare che rappresenta in pieno l’arroganza e la crudeltà più bieca dell’Army americana nel conflitto vietnamita.