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9 maggio 1978: quarant’anni dall’omicidio Moro

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È il 16 marzo di quarant’anni fa. Un giovedì come tanti altri. Sono quasi le 9 del mattino e a Roma l’aria è già tiepida. Un uomo di sessantun’anni esce di casa. Due automobili parcheggiate in via Fani lo aspettano da qualche minuto. Non è ancora il momento di mettere la giacca, potrebbe sgualcirsi. Il tempo di scambiare due parole con i ragazzi della scorta e si sale in auto. All’angolo con via Stresa scoppia un rumore infernale. Colpi di pistola a raffica. Domenico e Oreste sono coperti di sangue. Anche Raffaele, Giulio e Francesco nell’altra auto non si muovono più. Si apre la portiera e l’uomo viene trascinato fuori dalla Fiat 130.

Era il 16 marzo 1978 e Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, veniva rapito dalle Brigate Rosse. Il 9 maggio dello stesso anno, il suo corpo venne ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani. Lo stesso giorno, a Cinisi, l’attivista palermitano Peppino Impastato viene fatto saltare in aria con una carica di tritolo, legato alle rotaie di un binario.

[La mappa ricostruisce e localizza i momenti più significativi dei 55 giorni di prigionia di Aldo Moro. Al netto di controversie investigative e interpretative, viene raccontata una storia. La storia di un uomo che visse e morì per la politica]

MARTINA MEOLI

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