La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Elezioni politiche del 4 marzo: una guida al voto

condividi

Il 4 marzo dopo più di dieci anni di Porcellum, la legge proporzionale del 2005 formulata dal ministro Calderoli, si voterà con una nuova legge elettorale: il Rosatellum di Fiano e Rosato, un sistema elettorale misto, suddiviso tra maggioritario e proporzionale, con soglia di sbarramento al 3%. Un terzo dei seggi si decideranno in confronti uninominali, i restanti due terzi saranno eletti da un sistema plurinominale. Si voterà per Camera e Senato.

Come si vota
Per votare sono ammessi massimo due segni per scheda. Non è permesso il voto disgiunto e i due segni devono essere interni all’area della coalizione o del partito che propone il candidato scelto. Prendiamo ad esempio una coalizione.  Non essendo previste preferenze, ogni lista propone i nomi a fianco al simbolo solo a scopo informativo. Segnando uno qualunque dei partiti si voterà automaticamente per il candidato collegato al collegio uninominale sostenuto da quella lista, è il modo più semplice per non sbagliare.  L’aggiunta di un ulteriore segno, oltre ai due consentiti, all’interno della scheda annullerebbe il voto. L’unica preferenza possibile è quella per il candidato sostenuto e per il partito scelto entrambi interni alla stessa area della coalizione. Non si può votare per un candidato di una coalizione e per il partito di un’altra.

Un Fac Simile della scheda di voto
Credits: Wiki Commons

La differenza tra i due sistemi è nella suddivisione dei seggi rispetto al numero dei voti. In un collegio uninominale chi prende più voti tra i candidati ottiene un seggio, nei collegi plurinominali i seggi vengono suddivisi a seconda della percentuale di voti presi da una coalizione o da un partito. Se il voto è solo per uno dei partiti verrà automaticamente dato al candidato sostenuto. Scegliendo invece il solo candidato il numero dei voti sarà diviso in maniera direttamente proporzionale al numero di voti totali dei partiti che compongono la coalizione che sostiene il candidato in questione. Quindi i voti dati ad un solo candidato senza specificare la preferenza partitica della lista che lo sostiene significa votare potenzialmente qualunque partito che sostiene la lista.


Per evitare il voto di scambio
quest’anno è stata applicata un’ulteriore modifica: il tagliando “antifrode“. Per combattere i brogli e la possibilità che all’interno delle urne finiscano schede compilate fuori dalle cabine elettorali, i fogli di voto saranno muniti di un codice alfanumerico progressivo. Sarà il presidente di seggio a inserire nell’urna la scheda controllando il numero presente sul tagliando e verificando che sia lo stesso annotato in precedenza. Ogni numero sarà identificativo di una scheda in modo da mantenere il principio del voto anonimo.

 

MASSIMILIANO MATTIELLO

 

 

Articoli Correlati